Anche Consob ha approvato il prospetto informativo relativo alla quotazione del 38,2% di Poste italiane. Procede quindi il cammino della società verso la borsa: il debutto a piazza Affari è previsto per l’ultima settimana di ottobre. Giovedì, era arrivato il via libera di Borsa italiana alla quotazione.

Ieri sera il Mef ha fatto sapere che la forchetta di prezzo per azione è stata prevista tra 6 e 7,5 euro. Sul mercato andrà il 34,7% del capitale che salirà al 38,2% in caso di esercizio integrale della greenshoe.

La privatizzazione di Poste, ha fatto sapere ieri Fitch, non comporterà variazioni di rating, perché, secondo l’agenzia, l’operazione non altererà l’importanza del gruppo rispetto al governo. In base ai criteri di giudizio degli enti del settore pubblico dell’agenzia di rating, l’esecutivo italiano rimane lo sponsor del gruppo postale e gli analisti ritengono che molto probabilmente sarebbe pronto a dare sostegno in caso di necessità. Il prossimo appuntamento è quindi fissato per lunedì prossimo, giorno in cui si svolgerà a Milano una riunione tra i vertici del gruppo, le banche del consorzio di collocamento e i referenti finanziari; a seguire, si terrà una conferenza stampa in cui sarà ufficializzato il percorso per lo sbarco a piazza Affari; la settimana prossima e la successiva saranno perciò di roadshow tra Milano, Londra e New York.

Fondi di investimento (americani, cinesi e giapponesi) avrebbero manifestato già interesse in occasione della recente trasferta dell’a.d. Francesco Caio a Wall Street. Oltre a China investment corporation, si sarebbe fatto avanti anche Japan government pension investment fund, il più grande fondo pensione al mondo.

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