Di Anna Messia

L’ipo di Poste si avvia verso il tutto esaurito. L’offerta dei titoli per il collocamento in Borsa che partirà il 26-27 ottobre risultava ieri già integralmente coperta, sia nella parte retail, cui è riservato il 30% dei titoli, sia per quanto riguarda gli istituzionali, cui andrà il 70%. Non solo. Integralmente sottoscritta era anche la greenshoe, l’opzione di vendita riservata alle banche collocatrici, che rappresenta un alto 10% dell’offerta. Il Tesoro ha messo in vendita fino al 38,2% di Poste comprendendo anche la greenshoe e l’incasso atteso per il ministero dell’Economia, che oggi detiene il 100% delle azioni, è tra un minimo di 2,99 e un massimo di 3,74 miliardi, con una forchetta dell’azione compresa tra 6 e 7,5 euro. L’ipo è scattata lunedì e terminerà il 22 ottobre salvo chiusura anticipata che però al momento non è in agenda. L’amministratore delegato, Francesco Caio, sarà oggi per il terzo giorno a Londra e venerdì volerà a Parigi, mentre la prossima settimana sarà la volta di Boston. L’interesse degli istituzionali sembra alto, probabilmente anche per la promessa di Caio di distribuire l’80% degli utili e dal canto suo l’azienda guarda a investitori di lungo termine, in grado di tenere il titolo per almeno 5 anni e dare stabilità alle quotazioni. Il collocamento, a 16 anni dalla quotazione di Enel  e Autostrade, rappresenta la prima ipo di una società controllata direttamente dal Tesoro. L’offerta è stata gestita da un pool di banche composto da Mediobanca , Banca Imi, Unicredit , Citigroup, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank America Merrill Lynch, Credit Suisse, J.P.Morgan e Ubs. Mentre l’advisor finanziario di Poste Italiane è stato Rothschild e Lazard quello del Tesoro. (riproduzione riservata)