di Antonio Ranalli 

L’Italia è un buon posto per investire e oggi è un buon momento per farlo. Stabilità, sostenibilità della crescita e profittabilità. Questi i motivi che rendono attraente il paese per gli investimenti a lungo termine, cui si rivolgono i fondi previdenziali. Ad affermarlo il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto, ieri, al convegno «Dalla previdenza all’economia reale» organizzato da organizzato da Ares e Prometeia. «In un contesto internazionale caratterizzato da incertezza, con tassi di remunerazione del capitale molto bassi associati a rischi crescenti», ha detto Padoan, «l’Italia è il posto giusto verso il quale indirizzare gli investimenti per almeno tre ragioni: finanza pubblica sotto controllo e stabile nel lungo termine, con un quadro politico-istituzionale che sarà più funzionale grazie alle riforme; una crescita sostenibile nel lungo termine perché sostenuta dalle riforme strutturali; e una profittabilità crescente degli investimenti grazie al miglioramento del business environment e alla politica fiscale orientata all’abbattimento delle tasse». Oggetto del convegno, il bonus fiscale di 80 mln di euro destinato, sotto forma di credito di imposta, ai Fondi e alle Casse di previdenza. Nella sua relazione il sottosegretario al Mef, Pier Paolo Baretta, ha spiegato che «bisogna creare forme di investimento indirette in fondi specializzati e indicati. L’Ue sta ragionando su questo. C’è un’apertura del risparmio a particolari settori dell’economia». Secondo Davide Squarzoni, direttore generale Prometeia «nel prossimo triennio dovrebbe prevalere la domanda interna rispetto alle esportazioni». Per il presidente di Mefop, Mauro Marè infine, in Italia «sui fondi pensione c’è ancora qualcosa da fare. Attualmente solo un quarto dei cittadini ha aderito alla previdenza complementare». Tra le proposte messe sul piatto quella della riduzione dei Fondi, una gestione finanziaria più professionale e, per quanto riguarda le adesioni, proseguire sull’approccio volontario o sperimentare una forma obbligatoria.