A lungo indicato come esempio dei benefici prodotti dalle politiche monetarie espansive, il Giappone è entrato in una fase di stanca. Secondo i dati dell’ufficio nazionale di statistica, nel secondo trimestre, il Pil nipponico è calato dello 0,3% su base trimestrale. Il confronto tra il secondo trimestre del 2015 e lo stesso periodo del 2014 segnala un calo dell’1,2% che ha fatto ripiombare il Paese nello spettro della recessione. Il premier Shinzo Abe è intervenuto per garantire nuovi stimoli economici, ma la convinzione diffusa è che una ripresa della crescita sarà possibile solo se verranno messi in campo anche stimoli di natura monetaria. Sul tema si sofferma un report di WisdomTree Europe, che ritiene molto probabile, nell’arco dei prossimi due mesi, l’adozione di nuovi interventi pro-crescita. «È probabile che il potenziamento degli stimoli fiscali rappresenti il primo punto d’interesse di questa contro-politica», spiegano gli esperti. «I cosiddetti programmi shovel-ready (progetti pubblici che si traducono velocemente in posti di lavoro, ndr) sono tornati in auge negli ultimi tempi poiché i danni provocati dai tifoni rendono necessarie attività di ricostruzione». Da WisdomTree Europe si attendono che venga messo un campo un budget supplementare per finanziare opere pubbliche per 2-3 mila miliardi di Yen (15-22 mld di euro). Gli esperti si attendono anche un intervento da parte della Boj. «È molto probabile che i nuovi acquisti di titoli obbligazionari da parte della Banca centrale giapponese eguaglino de-facto il disavanzo fiscale».