Secondo la nuova ricerca pubblicata da Finaccord, a livello globale i premi dell’assicurazione energy & power, inclusi quelli generati dall’attività di società captive e compagnie d’assicurazione mutua, nel 2014 ammontavano a circa 23.56 miliardi di dollari statunitensi, un aumento (rispetto ai 21.48 miliardi di dollari del 2010) che corrisponde ad un tasso di crescita annuo composto del 2,3% (in termini nominali).

Il mercato dell’assicurazione relativa alla fornitura globale d’energia è composto dal segmento energy (produzione), che nel 2014 ha generato premi che hanno raggiunto i 14.16 miliardi, e dal segmento power (distribuzione), che ha raggiunto i 9.40 miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti sono di gran lunga il mercato leader nel settore, con un valore di circa 8.38 miliardi di dollari, seguiti da Canada (1.77 miliardi) e Cina (1.45 miliardi).

Nello specifico, i premi dell’assicurazione energy sono crollati di 7.15 miliardi di dollari nel segmento upstream, di 2.17 miliardi di dollari in quello midstream e di 4.84 miliardi in quello downstream.

Christian von Celsing, consulente a Finaccord, ha commentato: “Tra il 2010 e il 2014, a livello globale, i premi del segmento upstream sono cresciuti ad un tasso doppio rispetto a quelli del segmento midstream, mentre si è verificato un calo dei premi relativi all’attività downstream. Il rapido aumento del valore del segmento upstream può essere attribuito alla crescente attività di esplorazione per cercare nuovi giacimenti petroliferi e di gas e all’aumento della produzione energetica a livello globale. Un altro fattore che ha favorito l’attività upstream è il fatto che il segmento downstream abbia subito maggiori tensioni sul proprio pricing assicurativo.”

Per quanto riguarda l’assicurazione power, il 2014 ha registrato un calo dei premi, che sono crollati di 7.28 miliardi di dollari per quanto riguarda l’assicurazione degli impianti di energia elettrica tradizionale e di 2.13 miliardi per l’assicurazione degli impianti di energia rinnovabile (o altre forme di energia).

A livello globale, un trend chiave è stata la rapida crescita dei premi dell’assicurazione per gli impianti di energia rinnovabile, che nel 2010 avevano un valore complessivo di circa 1.55 miliardi. “I premi relativi all’assicurazione per gli impianti fotovoltaici ed eolici sono aumentati molto rapidamente,” ha continuato Christian von Celsing.

“In futuro questa crescita dovrebbe continuare, nonostante le politiche attuate dai governi in questo campo siano spesso inconsistenti o incerte.”

Finaccord prevede che entro il 2018 i premi dell’assicurazione energy & power continueranno ad aumentare a livello globale.

Due sono le ipotesi principali, la prima prevede prezzi del petrolio bassi e la seconda alti.

  • Nella prima ipotesi, i premi del settore assicurativo energetico globale raggiungeranno un valore di circa 24.59 miliardi di dollari statunitensi (14.14 miliardi forniti dai premi dell’assicurazione energy e 10.45 miliardi forniti dell’assicurazione power);
  • Nella seconda ipotesi, invece, i premi aumenteranno fino a raggiungere quota 26.15 miliardi di dollari statunitensi (circa 15.70 miliardi generati dai premi dell’assicurazione energy e gli stessi ricavi che si avrebbero con prezzi del petrolio bassi per quanto riguarda i premi dell’assicurazione power).

Questa differenza è da attribuire principalmente al fatto che nei due diversi scenari (di bassi o alti prezzi del petrolio) il segmento upstream (petrolio e gas) costituisce, rispettivamente, il 28% e il 32% di tutti i premi dell’assicurazione energy e power.

Christian von Celsing ha concluso: “Anche se il prezzo del petrolio inciderà minimamente sul valore futuro dell’assicurazione power, influenzerà quello dell’assicurazione energy, in particolare il suo segmento upstream.

Ci sono molti altri fattori che avranno un impatto sul futuro dell’assicurazione globale energy & power, a partire dalla probabile o possibile crescita delle attività di fratturazione idraulica (fracking), di trivellazione in acque profonde, dello sfruttamento delle risorse nell’Artico, degli impianti fotovoltaici ed eolici, che porteranno a crescita ed innovazione, per finire con il persistente eccesso di capacità di underwriting che, al contrario, ha il potere di far crollare i premi, soprattutto nei mercati maturi.”