di Anna Messia

La Commissione europea allenta un po’ la presa sugli investimenti a lungo termine delle compagnie di assicurazione in vista delle nuove regole sui requisiti di capitale Solvency II, che entreranno in vigore nel 2016. L’Ue, nel fissare le norme di attuazione, che dovranno a questo punto passare al vaglio del Consiglio e del Parlamento europei entro sei mesi, ha previsto in particolare che gli assicuratori siano incoraggiati a investire nelle cartolarizzazioni più trasparenti e standardizzate, e più in particolare in quelle che l’Unione Europea sta caldeggiando per favorire gli investimenti e la ripresa dell’economia continentale. 
La Commissione ha stabilito tra l’altro che dovrà essere l’Eiopa (l’autorità europea per la vigilanza assicurativa) a fissare criteri per l’identificazione di cartolarizzazioni di «alta qualità». L’obiettivo è evitare non solo che le imprese di assicurazione europee, che già oggi investono 8.500 miliardi in strumenti a medio lungo termine, riducano la loro esposizioni. Al contrario l’intenzione è far sì che il settore abbia un ruolo importante nel piano di investimenti di 300 miliardi di euro promesso dal nuovo presidente dell’esecutivo Ue, Jean Claude Juncker, affiancando il rilancio delle cartolarizzazioni annunciato dalla Bce. Il rischio, come avevano rilevato qualche settimana fa a Insurance Europe, l’associazione che raccoglie gli organismi di vigilanza (come l’Ania) di tutta Europa, presieduta dall’italiano Sergio Balbinot, era invece che gli assicuratori dovessero accantonare capitali eccessivi per i propri investimenti a lungo termine. Un pericolo che ora sembra rientrato, anche se per adesso l’unico commento ufficiale arrivato da Insurance Europe è stato di «benvenuto» alle norme della Commissione che rappresentano una parte cruciale di Solvency II», ha dichiarato il direttore generale di Insurance Europe, Michaela Koller aggiungendo che l’associazione «esaminerà nel dettaglio le regole, prestando particolare attenzione agli investimenti di lungo termine e all’impatto che potranno avere sugli assicurati, e sulla capacità delle imprese di assicurazione di sostenere la ripresa europea e di fornire stabilità al mercato». Insomma, il giudizio è per ora rinviato, e da definire restano tra l’altro altre norme sui modelli interni di Solvency II (su cui sembrano orientate soprattutto le grandi imprese), che potrebbero incidere più di altre sulle compagnie italiane. In particolare è aperto il confronto su eventuali richieste di accantonamento di capitale sui titoli di Stato. Un’interpretazione restrittiva penalizzerebbe le assicurazioni italiane che hanno più di 250 miliardi di euro di Bot e Btp in portafoglio. (riproduzione riservata)