di Giuliano Castagneto

Poche ore dopo essere stato catapultato sulla poltrona di ceo di Pimco, tra le più grandi società di gestione del mondo, per sostituire il mitico Bill Gross e soprattutto dopo aver visto più di 10 miliardi di dollari fuggire verso altri fund manager per la notizia dell’addio del fondatore della società, Doug Hodge, dimostrando una certa dose di coraggio, si è sottoposto al fuoco di fila delle domande di Brian Sullivan di Cnbc, ansioso, come molti investitori del resto, di capire quali potrebbero essere le mosse della società nel dopo-Gross.
Il suo messaggio, ripetuto più volte, è che la Pacific Investment Company (Pimco, appunto), che Gross fondò nel 1971 vicino a San Francisco e poi vendette al gruppo Allianz nel 2000, andrà comunque avanti. E lo farà bene. «Probabilmente», riconosce il nuovo capo azienda, «è stato un errore comunicare per tanti anni con il pubblico solo tramite due persone (l’ex direttore investimenti e ceo Mohamed El Erian e appunto Gross, ndr) perché si è data la sensazione che la società e questi due personaggi fossero la stessa cosa, il che non è vero». Concetto sottolineato anche dal nuovo direttore investimenti di Pimco Daniel Ivascyn, il quale ha ricordato che la squadra di gestori di Pimco «è formata da 250 senior manager e dai loro collaboratori sparsi tra San Francisco e il resto del mondo. Ai nostri gestori è affidato il 75% delle risorse della società (in tutto 1.970 miliardi di dollari al 30 giugno 2014). Se il 92% di questi fondi ha battuto il benchmark di mercato, il merito non può certo essere solo di Gross. Intendiamo mantenere gli stessi stili e procedure di investimento in uso la settimana scorsa». Parole da cui traspare anche la volontà di mantenere compatta la squadra dei gestori. D’altronde la stabilità è considerata fondamentale anche dai più autorevoli osservatori del mercato dell’asset management come la rivista Morningstar, la quale già prima dell’addio di Gross aveva tra l’altro tolto il fondo Total Return di Pimco dalla categoria Gold per inserirlo in quella Bronze. A dimostrazione che anche Gross negli ultimi tempi godeva più dell’appoggio incondizionato del mercato. Certo, ha dovuto riconoscere Hodge, l’ultimo week-end è stato di quelli da ricordare, trascorso interamente a parlare con grandi investitori istituzionali, per convincerli a non trasferire le loro risorse sui conti di altri asset manager, magari Janus Capital, nuova destinazione di Gross. Tuttavia, Hodge, Ivascyn e compagni sono consapevoli che bisogna migliorare la performance delle risorse in gestione, considerato che il rendimento dei Treasury bond è sotto il 3%, i bund tedeschi rendono poco più dell’1% e che, come sostiene Ivascyn, «i tassi resteranno a questi livelli ancora a lungo». Ecco perché, ha rivelato Hodge, Pimco intende accrescere la propria presenza nei fondi azionari, un business in cui Pimco è presenta da almeno 20 anni ma che adesso acquista un’importanza centrale considerati i maggiori rendimenti potenziali, e la maggiore redditività in termini di commissione, assicurata dagli investimenti azionari, soprattutto se negli Usa la ripresa dell’economia acquista maggior vigore, come sembra stia avvenendo adesso. (riproduzione riservata)