di Anna Messia

Via libera al credito diretto e a nuovi investimenti per le assicurazioni dopo la pubblicazione del regolamento Ivass che ha potenziato gli strumenti delle compagnie a sostegno dell’economia reale. L’interesse delle imprese sembra alto, almeno leggendo le osservazioni alla pubblica consultazione avviata dall’istituto presieduto da Salvatore Rossi. «Le recenti crisi dei mercati finanziari hanno accresciuto negli investitori istituzionali, in particolare assicurativi, l’appetito per investimenti a lungo termine in real asset», scrivono da Allianz spa, che porta a titolo di esempio «l’acquisizione o il finanziamento di attività reali come infrastrutture e immobili». 
Ora le maglie sono state considerevolmente allargate. Il limite per gli strumenti non quotati (in cui sono inclusi ora crediti, cartolarizzazioni o private equity) ammessi alla copertura delle riserve tecniche (quindi senza aggravio di capitale per le compagnie) è pari infatti al 10%. Considerando che le riserve in gioco sarebbero circa 400 miliardi, la cifra monstre in campo è quindi di 40 miliardi. Un calcolo che però resta teorico, perché l’effettivo interesse delle imprese (specie le più piccole) a lanciarsi in nuovi mercati, come il credito diretto, è tutto da dimostrare e finora l’accoglienza è stata piuttosto tiepida. Anche perché va considerato che dal 1° gennaio 2016 partiranno le nuove regole Solvency II, che per questi strumenti prevedono accantonamento di capitale, in funzione del rischio. La scommessa sarà quindi vedere se in questo anno di transizione (con lo sconto sul capitale) le compagnie cominceranno ad approcciare nuovi strumenti. In ogni caso, per la concessione del finanziamento, il regolamento Ivass appena pubblicato prevede che le imprese presentino all’istituto di vigilanza un piano su come intendono fare credito e che gli attivi a copertura delle riserve tecniche siano il 5%, innalzabili all’8% previa autorizzazione. Mentre sono stati esplicitamente esclusi i prestiti deteriorati, per evitare che le banche spostino sofferenze sulle compagnie controllate. (riproduzione riservata)