di Anna Messia

Occhi puntati sulla riorganizzazione di Intesa Sanpaolo in vista del consiglio di gestione convocato per martedì 14. Il riassetto cui si guarda con maggiore attenzione è quello che coinvolge il polo assicurativo e del risparmio gestito della banca. Dopo l’uscita dal gruppo di Gianemilio Osculati del 19 settembre (che insieme ad Arnaldo Borghesi ha creato la società di consulenza Borghesi Osculati e partner) la prima compagnia assicurativa italiana con riserve tecniche per oltre 66 miliardi, Intesa Sanpaolo Vita, è in cerca di un nuovo amministratore delegato. 
L’intenzione della banca guidata da Carlo Messina è individuare il sostituto tra i manager interni e la scelta sarebbe ricaduta da tempo su Paolo Molesini, dal 2004 ad di Intesa Private Banking, ma con un passato da assicuratore. Prima ha lavorato nel gruppoFondiaria per poi essere nominato direttore commerciale e successivamente direttore generale di Sanpaolo Vita. La partita però non si è ancora chiusa e martedì 14 potrebbe finalmente sbloccarsi anche se non sono esclusi colpi di scena. In caso di esito negativo la banca potrebbe addirittura decidere di cercare sul mercato, benché non sembrano mancare neppure altre candidature interne. Quel che è certo è che il dossier delle nomine in Intesa Sanpaolo sembra una partita di domino, con le poltrone legate a filo doppio tra loro. Osculati, uscendo, ha lasciato anche l’incarico di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Previdenza e di responsabile dell’area di governo Wealth management del gruppo. 
Mentre è già stata decisa la fusione della compagnia specializzata nella Previdenza in Intesa Sanpaolo Vita, cambiamenti sono attesi nel comparto del risparmio gestito. Tommaso Corcos, da gennaio amministratore delegato e dg di Eurizon capital sgr, potrebbe estendere il suo coordinamento anche sull’asset management di Fideuram. Martedì sono poi attesi aggiornamenti sull’avvicendamento di alcune delle sette direzioni genarali della Banca dei Territori, mentre non si prevedono novità per quanto riguarda l’eventuale coinvolgimento nel rissetto di Banca Fideuram, benché la strada sembra tracciata. In ballo, come dichiarato dal chief operating officer Eliano Omar Lodesani sulle pagine di MF-MilanoFinanza, c’è il maggior coordinamento diIntesa private banking e di Fideuram, che al momento rimarranno però divise. «Vogliamo valorizzare Fideuram perché i promotori finanziari sono un asset determinante, ma vogliano anche valorizzare tutta la parte legata al banking, quindi Sanpaoloprivate banking», ha spiegato Lodesani. Nessuna rivoluzione, almeno per ora, è attesa invece al vertice di Banca Fideuram, benché c’è chi fa notare che l’amministratore delegato Matteo Colafrancesco, ha raggiunto 63 anni e alla luce del ricambio generazionale avviato nella banca sul tavolo sarebbe spuntata l’ipotesi di un suo passaggio alla presidenza. Per ora solo un’ipotesi. (riproduzione riservata)