Si è tenuto lo scorso 17 e 18 ottobre la nuova riunione del Consiglio Direttivo del Gruppo Agenti Generali, composto da 35 consiglieri, in rappresentanza di tutte le regioni.

Dopo aver espresso unanime consenso all’operato della Giunta Esecutiva presieduta da Vincenzo Cirasola, in merito alle trattative aziendali e in particolare a un nuovo “accordo integrativo”, il Consiglio Direttivo si è concentrato sui problemi sindacali degli agenti, tra i quali, in particolare  la questione Fondo Pensione Agenti.

Dopo aver valutato con attenzione tutte le proposte avanzate dalle parti sociali (Ania, Anapa, Sna e Unapass) il Consiglio Direttivo ha deliberato all’unanimità di esprimere pieno sostegno e appoggio alle lettere inviate da Anapa e da Unapass al Cda del Fonage, a seguito della proposta dell’ANIA, poiché ritiene che sia l’unica strada percorribile, non certo quella desiderata, ma la più realistica e più credibile, in quanto prevede:

1) la trasformazione del regime da prestazione a contribuzione definita, per mantenere in vita nel tempo Fonage e garantire così le pensioni alle nuove generazioni e non solo la tutela degli attuali “pensionati” o vicini all’età pensionabile;

2) un versamento straordinario di € 16 milioni, che permetterebbe il recupero finanziario da parte di ogni agente dei propri contributi versati di tasca propria, più gli interessi, perdendo unicamente la quota parte versata dalla compagnia;

3) lasciare invariate le pensioni d’invalidità e ai superstiti, sempre basate sul principio mutualistico;

4) mantenimento degli attuali contributi annuali versati dalle compagnie al FPA, previsti dall’ANA 2003;

5) eventuale versamento integrativo da parte delle imprese tramite una negoziazione di 2° livello con i propri Gruppi Aziendali.

Infatti, in occasione dell’ultimo incontro svoltosi tra le parti sociali in Ania lo scorso 6 ottobre, l’Associazione delle Imprese ha formalizzato come noto per iscritto l’offerta di 16 milioni di euro di contributo straordinario. Le singole compagnie hanno manifestato la propria intenzione di procedere a successivi contributi aggiuntivi, ciascuna in favore della propria rete agenziale (mono o plurimandataria) e nell’ambito delle negoziazioni di secondo livello.

Per Anapa e Unapass,di fronte alla prospettiva e al rischio, sempre più tangibile, di commissariamento del Fondo, la soluzione proposta pur non rappresentando quella più desiderata, rimane la più realistica, o almeno l’unica al momento percorribile (in allegato un prospetto realizzato da Anapa per confrontare gli impegni economici di sette gruppi assicurativi in Italia  in funzione dei rispettivi agenti attivi iscritti al Fondo Pensione, corrispondentemente a quattro ipotesi di risanamento: 16, 44, 113 e 283 milioni di euro).

La lettera dello SNA, invece, “è stata ritenuta irrazionale e non condivisibile, poiché dopo 9 mesi di trattative, e 7 mesi di blocco dei trasferimenti, ancora oggi, dopo la proposta inderogabile di Ania dell’indispensabile trasformazione a prestazione definita, per garantire la pensione anche alle giovani generazioni, chiede a Fonage, che si valutino altre ipotesi di riequilibrio, con il pericolo che, questo ulteriore rinvio, porti al commissariamento”.

Vista la disponibilità manifestata dalle compagnie di procedere con contributi aggiuntivi, oltre quello iniziale di 16 milioni, “il Consiglio Direttivo ha invitato la Giunta Esecutiva a richiedere con fermezza alla compagnia la disponibilità a contribuire equamente al versamento previdenziale a favore di tutti gli agenti di “Generali Italia” in un Fondo Aziendale, con l’obiettivo di cercare di recuperare il gap dovuto all’abbattimento del 40% delle dotazioni iniziali previsto dal piano di salvataggio proposto da ANIA”.

Mi auguro che anche altri Gruppi Aziendali si decidano a esprimere il proprio consenso e a sostenere le proposte avanzate da Unapass e Anapa, che stanno lottando per il salvataggio del Fondo a favore dell’intera categoria, e non solo a tutela dei pensionati, che certamente meritano rispetto, come lo merita il futuro dei giovani agenti, come me.”ha dichiarato Carlo Bracci, vice-presidente del gruppo Agenti Generali. “Sin dallo scorso febbraio abbiamo fatto sentire la nostra voce, richiedendo con fermezza alle parti sociali il salvataggio del Fondo, che appartiene a tutti gli agenti, con una soluzione credibile e duratura nel tempo”.