Mentre gli organi di osservazione meteo sono concentrati sul tifone Vongfong nell’Oceano Pacifico e sul ciclone Hudhud nel Golfo del Bengala, ci sono segnali che l’Atlantico possa generare una tempesta o più nelle prossime settimane.

Vari acquazzoni e temporali nel nord delle Virgin Island avevano il 50% di possibilità ieri di evolvere in una tempesta tropicale, secondo l’U.S. National Hurricane Center di Miami.

C’è il sospetto che maggiori forze ambientali che favoriscono le tempeste, come l’oscillazione di Madden-Julian e l’onda di Kelvin, stiano arrivando nel bacino, ha affermato Dan Kottlowski, previsore di uragani di AccuWeather Inc.

“Questo perché la stagione dura fino alla fine di novembre,” ha continuato Kottlowski.

Fortunatamente, i due fenomeni si verificheranno un mese dopo il picco statistico della stagione dell’Atlantico, in un momento in cui il calore sta uscendo dai tropici. Un allineamento come questo un anno fa avrebbe potuto innescare uno scoppio violento.

Il primo pezzo del puzzle è l’oscillazione di Madden-Julian, che molti ricercatori credono rafforzi le probabilità di tempeste tropicali e di uragani e che sta raggiungendo l’Atlantico.

Secondo l’U.S. Climate Prediction Center di College Park, Maryland, l’oscillazione sarebbe una “perturbazione tropicale” che si muove ad est attraverso il globo.

Kottlowski ha affermato che un modo semplice per descrivere questo fenomeno è  immaginare un grande rigonfiamento che si sposta attraverso l’atmosfera, simile al modo in cui ci si sposterebbe attraverso un oceano. Quando l’oscillazione arriva nell’Atlantico, solleva l’atmosfera superiore, facilitando lo scoppio di temporali. Queste sono le origini degli uragani.

Oltre all’oscillazione, l’onda di Kelvin si sposterà nel bacino. Anche questo fenomeno può sollevare l’atmosfera e provocare temporali, e potrebbe aiutare le potenziali tempeste a raggiungere il nord delle Virgin Island.

L’unico grande uragano atlantico di questa stagione, Edouard, si è formato lo scorso mese dopo un’altra onda di Kelvin, ha affermato ieri Phil Klotzbach, principale autore delle previsioni degli uragani stagionali della Colorado State University, nella sua previsione per quattordici giorni.

L’onda di Kelvin e l’oscillazione di Madden-Julian hanno portato Klotzbach ad affermare che, per le prossime due settimane, lo sviluppo potenziale di tempeste ha raggiunto livelli medi nel bacino.

Un aumento rispetto alla fine di settembre.

Due modelli digitali prevedono che le perturbazioni tropicali si svilupperanno nei prossimi 6-10 giorni, e si aggiungono a quello tracciato dal centro uragani, ha scritto oggi nel suo blog Jeff Masters, co-fondatore di Weather Underground.

In cima a tutto questo, c’è un forte flusso ciclonico di venti sopra l’America Centrale. Kottlowski ha affermato che il vortice atmosferico non diventerà una tempesta, ma può far evolvere i sistemi frontali che potrebbero crescere in sistemi tropicali.

Con poco più di sette settimane rimaste dalla fine di quella che è stata una stagione poco brillante, con cinque tempeste con nome, in confronto alla media di 12, sembra che ci siano ancora alcune cose da tenere sotto controllo, soprattutto l’oscillazione di Madden-Julian.

Fonte: Insurance Journal