Marco Frojo

I l settore dell’autonoleggio gode di buona salute, nonostante la crisi. Il fatturato del settore si mantiene stabile mentre sul fronte delle immatricolazioni si registra una buona vivacità, che è la vera novità del 2014. Oggi, in Italia, un’auto su cinque è immatricolata da società di autonoleggio. Nei primi sei mesi dell’anno, il noleggio a lungo termine ha fatto registrare un giro d’affari di 2,598 miliardi di euro, una cifra in leggero calo (-0,4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questa contrazione è stata compensata dal progresso del noleggio a breve termine che nello stesso arco temporale ha visto il fatturato crescere del 2,1% a 439 milioni. Un risultato che acquista maggior valore se esaminato alla luce del leggero calo dei prezzi: nei primi sei mesi di quest’anno il prezzo medio del noleggio giornaliero è stato pari a 36,4 euro, contro i 36,6 euro dello stesso periodo del 2013 (è invece rimasta invariata la durata dei noleggi, che si è attesta a una media di 6,1 giorni). Decisamente più brillante l’andamento delle nuove immatricolazioni che nel lungo termine sono cresciute del 22,4% a 103.129 unità e nel breve termine del 2,5% a 68.703 unità. Un balzo così consistente trova spiegazione nel fatto che per ridurre i costi le aziende avevano fino a poco tempo fa rinviato la decisione di rinnovare il parco macchine ma, col passare del tempo, questa soluzione era sempre meno percorribile a causa dell’invecchiamento della flotta. Al 30 giugno di quest’anno la maggior parte dei veicoli (81%) della flotta a lungo termine era un Euro 5, un altro 15% era costituito da Euro 4 e il restante 4% un Euro 6, il segno più tangibile dell’impennata di immatricolazioni. «Questi dati mostrano un settore in salute — spiega Fabrizio Ruggiero, presidente Aniasa, l’Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici — Il fattore che ha maggiormente influenzato l’andamento del noleggio a breve termine è stato l’aumento del numero dei turisti stranieri che arrivano in Italia, mentre per quel che riguarda il lungo termine l’impennata delle immatricolazioni trova spiegazione nel fatto che negli anni scorsi le società avevano deciso di sfruttare più a lungo il parco macchine esistente e adesso è arrivato il momento di rinnovarlo». Ruggiero fa anche notare che se non fosse per le aziende di autonoleggio il mercato dell’auto italiano sarebbe in calo invece che in crescita. L’importanza dei turisti stranieri per il breve termine la si evince invece dal dato relativo alla “distribuzione per tipologia di location”: i fatturati realizzati presso aeroporti hanno mostrato un progresso del 4,3%, mentre quelli realizzati “presso downton” hanno evidenziato un calo dell’1,1%. L’importanza degli stranieri emerge, in parte, anche dall’analisi dei canali utilizzati per la distribuzione: il fatturato “realizzato su clienti che noleggiano direttamente”, che nella maggior parte dei casi sono Italiani, è diminuito dello 0,2%, mentre quello “realizzato su clienti che prenotano attraverso intermediari broker, tour operator”, cioè da chi acquista un pacchetto completo per visitare il nostro Paese, è cresciuto del 6,4%. «Questi risultati sono stati conseguiti nonostante il governo non sia venuto in nessun modo incontro alle richieste che abbiamo avanzato in merito a una revisione delle norme introdotte inizialmente dal ministro Fornero », afferma il presidente Aniasa. La normativa a cui Ruggiero fa riferimento è quella relativa alla deducibilità dell’acquisto di autovetture. Essa, a cavallo fra 2012 e 2013, è stata ridotta in pochi mesi (dalla “Legge Fornero” prima e dalla “Legge di Stabilità 2013” poi) dal 40% al 20%, mentre in ambito UE (Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna) arriva fino al 100%. Inoltre in Italia la spesa su cui si può godere della deducibilità del 20% è per un massimo di circa 18mila per auto, mentre è illimitata in Germania e Spagna (18.300 euro in Francia e 18.200 euro in Gran Bretagna). L’altra nota dolente è rappresentata dalla deducibilità dell’Iva che in Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna è del 100%, mentre in Italia si ferma al 40%. Secondo Aniasa, gli autonoleggi dovrebbero potere classificare le automobili come beni strumentali, mentre oggi il loro costo può essere portato in deduzione solo per una minima parte. Un altro argomento di accesa discussione fra Aniasa e il governo è l’obbligo di registrare il nome del locatario che noleggia un’auto per più di 30 giorni: «Il governo da un lato annuncia di voler ridurre la burocratizzazione e tagliare gli sprechi accorpando Aci e Motorizzazione e dall’altro fa l’esatto opposto introducendo nuovi dazi e nuovi adempimenti burocratici». Secondo Ruggiero, questa normativa rischia tra l’altro di rivelarsi un boomerang, visto che le multinazionali dell’autonoleggio stanno prendendo in considerazione la possibilità di immatricolare le auto in un altro Paese europeo e di farle poi circolare in Italia. I numeri in gioco sono molto alti visto che, al 30 giugno scorso, la flotta circolante del noleggio a lungo termine era pari 552.349 veicoli (+5% rispetto a dodici mesi prima), così suddivisi: 431.612 automobili, 119.186 furgoni e 1.551 veicoli di altro tipo. Nel noleggio a breve termine, invece, la flotta circolante è composta da 110.022 veicoli, per lo più autovetture. Nel 2014 il noleggio a lungo termine registra una netta crescita di immatricolazioni aumentano anche i dipendenti ma non il fatturato Nel 2014 la flotta circolante del noleggio a lungo termine è cresciuta del 5% soprattutto grazie alle auto