Si accende la rivolta di fondi pensione e casse contro la stretta fiscale prevista nella legge di Stabilità. Se fosse confermato l’aumento del prelievo fiscale per le Casse di previdenza (dal 20% al 26%) e per il secondo pilastro (dall’11,5% al 20%) si tratterebbe di una «gravissima decisione dalle conseguenze pesanti per l’intero sistema della previdenza privata». A scagliarsi contro la decisione del governo è stato, tra gli altri, Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, l’associazione che riunisce le casse previdenziali private e privatizzate. Una decisione definita «sconcertante», e che potrebbe a questo punto far rivedere l’intenzione degli enti di impegnare i risparmi in un fondo che investa nell’economia reale del Paese. «Condannare due milioni di professionisti, le loro famiglie e centinaia di migliaia di dipendenti degli studi professionali a un futuro di prestazioni ridotte, mentre i versamenti previdenziali all’Inps risultano non tassati, semplicemente per avere un maggior gettito nell’immediato significa», ha aggiunto il presidente, «andare in totale controtendenza rispetto alla linea seguita dagli altri Paesi della Ue, alle indicazioni Ocse e alle risoluzioni della Commissione europea». L’intervento «penalizza gli enti di previdenza dei liberi professionisti, mortificando ogni sforzo per aumentare il Welfare e per migliorare le esigue pensioni», ha aggiunto Arcangelo Pirrello, presidente di Epap, l’ente di previdenza di geologi, agronomi e forestali, chimici e attuari. «Occorre che tutti gli enti e tutti gli ordini professionali intervengano in modo tempestivo affinché in Parlamento ci siano emendamenti correttivi», ha aggiunto Pirrello. Mentre per Marco Abatecola, segretario generale di Assofondipensione, «l’aumento della tassazione dell’8,5% sui rendimenti dei fondi è un atto gravissimo che genera incertezza sugli iscritti e rischia di destabilizzare il settore, insieme all’altra misura che prevede il Tfr in busta paga». (riproduzione riservata)