di Andrea Di Biase 

Si allenta un altro legame tra le società storicamente legate a quella che una volta veniva chiamata la Galassia del Nord. Ieri, mentre a Bologna anche gli azionisti di risparmio di Milano Assicurazioni davano il via libera alla fusione di quest’ultima conPremafin, Unipol Assicurazioni e Fondiaria-Sai, Unicredit annunciava di aver messo sul mercato il 6,7% della compagnia un tempo controllata dalla famiglia Ligresti.

Il pacchetto, di cui la banca di Piazza Cordusio era entrata in possesso nell’estate 2011, sottoscrivendo il primo aumento di capitale di FonSai, e mantenuto aderendo alla ricapitalizzazione da 1 miliardo dell’estate 2012, è stato ceduto a investitori istituzionali attraverso una procedura di accelerated bookbuilding, curata daUnicredit Bank AG in qualità di sole bookrunner. Dal collocamento «chiuso a un prezzo finale di 1,735 euro per azione» spiega la banca in una nota, l’istituto guidato da Federico Ghizzoni ha incassato 106,3 milioni, con una plusvalenza di circa 45 milioni. Quasi tutto il pacchetto era infatti in carico a 1 euro per azione (il prezzo di emissione dei titoli nell’ultimo aumento di capitale). Grazie a questa plusvalenza, l’avventura di Unicredit nel capitale della compagnia assicurativa dovrebbe essere chiusa, almeno sul piano dell’investimento in equity, con un leggero guadagno. Nell’autunno del 2011, infatti, al momento dell’approvazione dei conti trimestrali, quelli della maxi-pulizia di bilancio, l’istituto guidato da Federico Ghizzoni aveva svalutato il pacchetto del 6,6% per circa 41 milioni.

In futuro Unicredit potrebbe tuttavia trovarsi nuovamente in portafoglio azioni della nuova UnipolSai. Dal 1° gennaio, non appena la fusione sarà operativa, l’ex FonSai, che avrà incorporato Premafin, emetterà un prestito convertendo in azioni, che sarà sottoscritto dalle banche creditrici della ex holding dei Ligresti. Una quota importante del convertendo è destinata a finire a Unicredit, visto che è la banca più esposta nei confronti di Premafin.

Come era prevedibile, dopo il blitz con cui in estate Unipol Gruppo Finanziario (Ugf) ha rastrellato il 26,55% del capitale di risparmio della Milano, l’assemblea dei detentori di questa categoria di titoli ha approvato il progetto di fusione a larghissima maggioranza, con il voto favorevole del 97,82% del capitale presente, pari al 33,15% del totale. Contro il progetto si è schierato l’1,21% del capitale presente (lo 0,41% della categoria) mentre gli astenuti sono stati pari allo 0,95% (0,32% di tutti i titoli). Questi potranno avvalersi del diritto di recesso al valore di 0,686 euro (-0,06% a 0,891 euro). Nel corso dell’assemblea, l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, ha sottolineato di non aver mai pensato di rinunciare all’integrazione con FonSai nonostante le molte difficoltà che hanno costellato il cammino verso la fusione. «Abbiamo fatto questa operazione per costruire qualcosa di buono, poi nessuno si aspetta che, soprattutto in Italia, ti stendano il tappeto rosso». «Detto questo», ha aggiunto, «non abbiamo mai pensato di non proseguire in questo progetto, perché era un progetto serio, credibile, dai contenuti industriali, che si proponeva di mantenere in Italia un asset importante come FonSai e di dare una prospettiva strategica allo stesso gruppo». (riproduzione riservata)