Da un sondaggio internazionale condotto da Zurich Insurance Group (Zurich), emerge che i principali rischi che le PMI stanno affrontando in tutto il mondo sono l’elevato livello di competitività e il calo della domanda. Per far fronte a queste sfide, le PMI si sono impegnate soprattutto ad ampliare la propria attività verso nuovi segmenti di consumatori, nuovi target e ad espandere il proprio business all’estero.

Strategie di espansione: mercati domestici e internazionalizzazione

Attrarre nuovi clienti target è considerata una priorità per la maggior parte delle PMI. Globalmente nell’arco degli ultimi 12 mesi il 23% delle PMI ha cercato di espandere la propria attività nel mercato domestico, mentre il 13% in mercati internazionali, prevedendo ancora maggiori opportunità di crescita nel 2013 (rispettivamente 33% e 14%). La diversificazione dei prodotti e dei servizi offerti (18% l’anno passato; 19% l’anno prossimo) è la strategia che le PMI intendono implementare per attrarre nuovi clienti.

Circa il 26% delle PMI negli Emirati Arabi e circa il 15% in Svizzera, Spagna, Irlanda, Australia e Messico (in Italia solo il 6%) hanno ampliato il proprio business all’estero e a livello globale le PMI prevedono di riuscire ad aumentare, in media,  il trend nei prossimi anni.

Politiche di costi e salari

Con il perdurare della congiuntura economica negativa in area Euro, le PMI spagnole (25%), portoghesi (20%), italiane (24%) e irlandesi (15%) sono state le prime ad aver ridotto i prezzi; mentre le stesse sono state le ultime ad aumentare lo stipendio ai propri dipendenti (rispettivamente il 4% delle PMI in Spagna, il 6% in Portogallo, il 4% in Italia e il 3% in l’Irlanda). Diversa la condotta delle PMI di altri paesi europei che sono riuscite invece a mantenere i salari in crescita: Svizzera (24%), Germania (14%) e Inghilterra (20%), limitando le riduzioni dei prezzi. Lo stesso trend si registra nei paesi emergenti. Le PMI in Brasile (41%), Indonesia (16%) e Messico (17%) hanno aumentato i salari dei dipendenti e solo pochi hanno dovuto ridurre i prezzi (rispettivamente il 15% delle PMI in Brasile, il 5% in Indonesia e il 12% in Messico).

In Italia, inoltre, con il perdurare di una congiuntura economica negativa, la prospettiva per le PMI è quella di una ulteriore riduzione dei costi e di una contemporanea attività di ricerca di nuovi canali per attrarre nuovi clienti. Da notare anche che la possibile e sperata revisione di normative e leggi viene vista come grande opportunità per le imprese del nostro paese per creare nuovo business.

Elevata competitività e ulteriore calo della domanda sono percepiti tra i maggiori rischi, mentre incendi e “cyber crime” sono agli ultimi posti.

Circa un terzo delle PMI (36%) considera come maggior rischio la competitività elevata e il dumping mentre circa un quarto delle PMI (24%) teme per il calo della domanda. Non sorprende che questo dato sia particolarmente alto in Spagna (43%), Italia (35%), Portogallo (32%) e Inghilterra (34%). Lo stesso dato è meno preoccupante in Indonesia (11%) Germania ed Emirati Arabi (entrambi al 14%).

I furti vengono temuti a tutte le latitudini (19%), mentre il rischio di incendio è fonte di preoccupazione solo in Brasile (20%); nel resto del mondo la percentuale si abbassa in media  al 7%.

Le frodi online, la pirateria informatica e altri cyber crime, non vengono invece percepiti come rischi rilevanti. Solo in Inghilterra il 9% delle PMI li considera importanti. E’ probabile che questo trend possa mutare nei prossimi anni con la ricerca, da parte delle aziende, di nuovi canali di vendita (anche online) e l’utilizzo di nuovi supporti informatici (mobile/tablet).

Qualità delle risorse umane: una chiave per la crescita

Dall’indagine risulta anche quanto le PMI ritengano importante (tra le prime 5 opportunità di business) valorizzare le risorse umane, puntando alla qualità. Investire nel personale viene infatti incoraggiato da oltre il 14% delle PMI nel mondo, con la Svizzera (27%), Messico (22%), Brasile (20%) e Portogallo (20%) ai primi posti.

Marco Delpino, Head of Market Facing Underwriting di Zurich in Italia – ha così commentato – “Lo spaccato che emerge da questa indagine evidenzia le differenze tra le PMI dei diversi Paesi del mondo. In Italia si prevede che le imprese continuino a ridurre i costi e si pongano come obiettivo principale la ricerca di nuovi canali per attrarre nuovi clienti. In virtù della grande expertise di Zurich nel segmento aziende noi ci siamo mossi per tempo, anticipando alcune possibili necessità delle PMI, e abbiamo studiato soluzioni assicurative modulabili e flessibili. Grazie a questo approccio offriamo alle imprese la possibilità di scegliere esattamente le coperture specifiche per le loro diverse necessità, coniugando una adeguata tutela nei confronti dei possibili rischi con un efficace contenimento dei costi complessivi.”