Via libera alla fusione Unipol-Premafin-Fonsai. Lo hanno stabilito le rispettive assemblee, in una giornata campale iniziata di prima mattina con la riunione di Unipol (privata, perché non quotata). L’assemblea più difficile è stata sicuramente quella di Fondiaria Sai.

In assemblea era rappresentato il 63,13% delle azioni ordinarie e non pochi erano i nodi da sciogliere.

Nell’illustrare il progetto di fusione, l’a.d., di Unipol, Carlo Cimbri, ha ricordato che nel 2012 FonSai ha realizzato 16 miliardi di raccolta premi, che ha una copertura capillare del territorio attraverso 4.500 agenzie con 12 mila dipendenti e quattro poli direzionali tra Bologna, Milano, Torino e Firenze. Cimbri ha chiarito che senza l’aumento di capitale di Unipol assicurazioni da 1,1 miliardi, approvato lo scorso anno, FonSai avrebbe una situazione patrimoniale negativa per 600 milioni, mentre con l’aumento si prevede un quadro positivo per 400 milioni con una solvibilità al 119%, sotto la soglia di prudenza imposta da Ivass.

Secondo Cimbri, il progetto di fusione di Unipol in FonSai «è una grande operazione di consolidamento che parte dalla situazione di criticità» della compagnia che faceva capo alla famiglia Ligresti. Sotto il profilo finanziario, l’a.d. ha spiegato che il nuovo gruppo UnipolSai, inclusa Milano ass., «può contare su un eccesso di capitale pari a 2,2 mld, che derivano per 1,6 mld da Unipol assicurazioni e per 400 mln da FonSai». Cimbri ha anche ricordato i target al 2015 del gruppo che nascerà dalla fusione. «Il combined ratio è atteso al 93%, l’utile a 814 mln (784 mln se Milano ass. non parteciperà all’operazione) e le sinergie, a regime, per 350 mln. È atteso un indice Solvency al 180% e un dividend payout tra il 60 e l’80%». Quest’ultima «è un elemento essenziale per stare sul mercato, non è un optional, ma il requisito che una compagnia deve avere. UnipolSai si configura come il secondo gruppo assicurativo italiano con 16 mld di raccolta, il primo nei Danni e il quinto nel Vita».

Quanto ai temi specifici, emersi in assemblea, l’a.d. ha negato con forza le voci secondo cui vi sarebbero stati incontri segreti con la Consob. Inoltre, si è detto favorevole «alla semplificazione delle categorie di azioni» post fusione Unipol/FonSai, «ma deve essere economicamente compatibile con il principio di equilibrio tra tutti gli azionisti. Ciò che questo cda non sarà disposto a fare né ora né mai è prestarsi a speculazioni che portano disequilibrio tra tutti gli azionisti». Quanto alla razionalizzazione del capitale sociale e alle azioni di risparmio, «verrà presa in considerazione solo dopo la fusione e alla luce di valutazioni che tengano conto di tutti gli azionisti», ha detto, rispondendo ad alcuni azionisti di risparmio.

Infine, sui tempi della fusione, Cimbri ha spiegato che si sapeva «che sarebbe stato un progetto lungo e complesso e pensavamo che sarebbe durato un anno. L’operazione è durata molto di più di quello che pensavamo ed è stato un danno, nulla avviene gratis». Ora, «cerchiamo di recuperare questo tempo perduto da ora in avanti».

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