L’assemblea dei soci di Banca Carige ha eletto Cesare Albani Castelbarco presidente della banca e Alessandro Repetto vicepresidente. Con queste nomine cala definitivamente il sipario sull’era Berneschi, che ha presieduto l’istituto per un quarto di secolo e ha contribuito a trasformarlo da operatore locale a settimo attore su scala nazionale. Il cda dovrà avviare una nuova fase alla luce di quanto emerso dall’ispezione di Bankitalia. In particolare, via Nazionale ha espresso la necessità che l’istituto di credito si doti della figura dell’amministratore delegato e avvii una discontinuità di governance.

Durante i lavori assembleari svoltisi a Genova, Giovanni Berneschi ha più volte sottolineato la solidità della banca. «E questo», ha precisato, «è merito di coloro che hanno lavorato in Carige». L’aumento di capitale «sarà un’opportunità per la banca, se ci sarà questa operazione sarà fatta a sconto. Io stesso», ha proseguito, «mi accingo a vendere alcune mie proprietà per acquisire altre azioni di Carige perché credo in questa azienda».

Il d.g. Ennio La Monica ha osservato che, «in merito alle assicurazioni, il ramo danni e vita sono in utile già da giugno e contribuiscono al conto economico. L’unico elemento sul quale occorre concentrarsi è il rafforzamento patrimoniale: i fondamentali di bilancio di Carige sono solidi e sarà portato avanti l’impegno del rafforzamento patrimoniale da 800 milioni di euro». Sul fronte della cessioni, «gli asset da dismettere sono stati già individuati e sono il comparto assicurativo, la sgr e l’Autostrada dei Fiori. Al momento Banca Cesare Ponti non è un asset da dismettere. Il prossimo consiglio valuterà l’eventuale cessione».

Il neo presidente Albani Castelbarco ha annunciato che «entro ottobre sarà licenziato il nuovo piano strategico. Abbiamo la necessità che lo prepari il nuovo amministratore delegato: per questo incaricheremo da subito delle società di cacciatori di teste per selezionare dei nomi. Mi pare la procedura più corretta e trasparente». Quanto al ramo assicurativo, c’è l’interesse di una compagnia europea. Infine, l’istituto è aperto a partnership con altri soggetti.

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