Il sistema previdenziale degli agenti di commercio «regge» bene nel presente ma, soprattutto per effetto delle recenti riforme, può «tenere» anche nel medio-lungo periodo, a maggior ragione se si determinano alcuni, ulteriori, interventi suggeriti. È questa la tendenza emersa da due ricerche, una di taglio economico e l’altra di profilo giuridico, sul sistema previdenziale e di welfare garantito dalla Fondazione Enasarco, realizzate grazie alla partnership scientifica tra Fondazione «Giacomo Brodolini», Scuola europea di relazioni industriali («Seri») e Fiarc, che saranno presentate domani, nel corso di un convegno all’Università «La Sapienza» organizzato dalla Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio aderente a Confesercenti.

L’appuntamento per mettere a fuoco il «sistema pensionistico degli agenti di commercio dopo la riforma del 2011» è, dunque, fissato per domani all’Università «La Sapienza». A tirare le somme sulla previdenza dei rappresentanti di commercio, saranno, nel corso di una tavola rotonda pomeridiana, Cesare Damiano, ex ministro del lavoro e attuale presidente della Commissione lavoro della camera; Giuliano Cazzola, esperto di previdenza ed ex parlamentare; Edoardo Gambacciani, direttore generale della previdenza del ministero del lavoro; Mauro Nori, direttore generale dell’Inps. Parteciperanno ovviamente anche i vertici della Fondazione, il presidente Brunetto Boco e il direttore generale Carlo Bravi. A fare gli onori di casa, Mimma Cominci, presidente Fiarc, mentre le conclusioni sono affidate a Marco Venturi, leader di Confesercenti.

Le due ricerche, invece, saranno presentate in mattinata dal team di studio che le ha realizzate: Michele Faioli (Università Tor Vergata/Seri), Michele Raitano (Università La Sapienza/Seri), Sara Flisi (Fondazione «Giacomo. Brodolini»), Daniela Garreffa (Seri).

La prima analisi, in particolare, è rivolta a verificare l’evoluzione di medio-lungo periodo del sistema pensionistico Enasarco e dei relativi beneficiari. Lo studio offre la possibilità di definire proiezioni di carriere professionali nel tempo con riferimento alle riforme attuate. E, in questo contesto, la riflessione sulle criticità e sulle potenzialità della gestione di Enasarco si è sviluppata lungo due linee di analisi. Nella prima, facendo uso di una banca dati longitudinale su un campione di lavoratori italiani, si sono osservate le traiettorie lavorative e salariali degli iscritti a Enasarco, simulandone le future prestazioni pensionistiche attese in base all’attuale normativa.

Nella seconda si è condotta una riflessione dettagliata sulle prospettive dell’attuale sistema previdenziale degli agenti di commercio e si sono suggerite possibili linee di intervento che tutelino la sostenibilità dei bilanci della gestione e l’adeguatezza delle pensioni future.

In particolare, confrontando la possibilità di definire, da un lato, schemi a ripartizione o a capitalizzazione e, dall’altro, sistemi di calcolo di tipo retributivo o contributivo si è proposto di applicare alla gestione di Enasarco uno schema di calcolo contributivo che offra ai lavoratori come rendimento il tasso di crescita della massa salariale annua degli agenti di commercio. In tal modo si garantirebbe la sostenibilità finanziaria dello schema, incentivando altresì i lavoratori ai versamenti contributivi e segnalando il bisogno di accrescere, anche mediante modifiche normative, la platea degli aderenti a Enasarco. Al contempo, l’adeguatezza delle prestazioni erogate potrebbe essere salvaguardata introducendo forme originali di integrazione dei redditi da pensione più bassi in linea con le caratteristiche del sistema contributivo.

La seconda ricerca riguarda l’analisi giuridica del regime contributivo applicato a Enasarco e le misure adottate dalla Fondazione volte a assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti a un arco temporale di cinquant’anni.

Il regime previdenziale Enasarco, si osserva, presenta interessanti peculiarità. Problematiche di particolare interesse riguardano la determinazione dell’ambito dei soggetti destinatari di questo specifico regime previdenziale in vista della sostenibilità finanziaria imposta dalle recenti riforme del 2011/2012. Il quadro degli enti e delle casse di cui al decreto legislativo 50/1994, nel quale si inserisce anche Enasarco, è stato sottoposto al vincolo di equilibrio delle gestioni mediante bilanci tecnici volti a considerare un arco temporale di 50 anni. Le entrate contributive e la spesa per prestazioni pensionistiche sono state, in tale quadro riformato, poste in correlazione al di là della capacità dell’ente/cassa di aver accantonato nel tempo un patrimonio capace di assicurare un certo rendimento. L’autonomia gestionale di Enasarco è stata esercitata ai fini dell’adeguamento a tale quadro. La ricerca dell’equilibrio finanziario di medio-lungo periodo ha inciso sulle aliquote di contribuzione e sulle prestazioni previdenziali, essendo Enasarco un sistema a ripartizione con impostazione di un patto intergenerazionale delle tutele da garantire.

Il punto di criticità di tali riforme, secondo la ricerca, ricade sull’adeguatezza delle prestazioni previdenziali e sull’incremento del costo del lavoro. Il primo elemento è valutato nella logica intergenerazionale e secondo i criteri di un sistema a ripartizione continuamente posto sotto revisione, tenendo presente la potenziale platea dei beneficiari nonché il suo eventuale ampliamento. Il secondo elemento attiene alla visione prospettica dell’attuale crisi economica che incide sul lavoro che paga oggi le pensioni e sul lavoro che pagherà domani le pensioni nel sistema Enasarco. A ciò si aggiunga la valutazione dell’impatto dell’inadempimento dell’obbligazione contributiva e il doppio canale di adempimento contributivo (Inps/Enasarco) a cui gli agenti sono tenuti.

Del sistema Enasarco si intende sottolineare una possibile tendenziale evoluzione in previdenza complementare, ad adesione obbligatoria, con la conseguenza della verifica dei presupposti di tale vicenda modificativa del dato istituzionale e delle situazioni soggettive individuali. Tale schema pensionistico complementare obbligatorio si cumulerebbe con l’attuale sistema a gestione speciale Inps. Il che verrà svolto in una logica anche comparativistica con Francia e Germania.

Non è esclusa dalla ricerca la valutazione di una «reductio ad unum» del sistema Enasarco, con confluenza consequenziale verso Enasarco degli obblighi contributivi attualmente posti a favore dell’Inps.