La Guardia di Finanza ha esteso l’indagine sul gruppo FonSai, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, all’attuario incaricato Fulvio Gismondi, indagato per concorso in falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato, nonché per falso ideologico.
Le Fiamme Gialle, si legge in una nota, hanno in particolare avviato perquisizioni presso l’abitazione romana di Gismondi e nelle sedi romane e milanesi delle società riconducibili all’esperto.
“Quella dell’attuario incaricato – spiega nella nota la Gdf – è una figura chiave nell’ambito della formazione del bilancio di un’impresa assicurativa, la cui responsabilità è peraltro prevista dall’articolo 37 del Codice delle Assicurazioni. Infatti, la valutazione sulla sufficienza delle riserve tecniche spetta all’attuario incaricato, che esercita la funzione di controllo in via permanente, per consentire all’impresa di effettuare, con tempestività, gli interventi necessari. A tale fine, egli ha l’obbligo di informare, prontamente, l’organo con funzioni di amministrazione e quello che svolge funzioni di controllo dell’impresa, qualora rilevi l’esistenza di possibili condizioni che gli impedirebbero, a quel momento, di formulare un giudizio di piena sufficienza delle riserve tecniche, in base ai principi da rispettare per la redazione dell’apposita relazione tecnica”.
“I reati contestati a Gismondi da parte dei Pubblici Ministeri della Procura della Repubblica di Torino, Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, sono quelli di concorso in falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato, nonché di falsità ideologica in certificati. L’ipotesi investigativa, alla luce delle risultanze emerse dalle indagini, è quella di aver partecipato, unitamente agli altri soggetti coinvolti penalmente nella vicenda, alla falsificazione del bilancio 2010 di Fondiaria Sai attraverso l’attestazione della congruità delle riserve, nonostante la consapevolezza che le stesse fossero notevolmente sottostimate”, proseguono le Fiamme Gialle. “L’attuario, a fronte di un ‘buco’ di oltre 600 milioni negli accantonamenti delle riserve, si sarebbe invece prestato ad attestarne la sufficienza, consentendo così la successiva approvazione del bilancio e la falsa comunicazione al mercato. Peraltro, alla fine del febbraio 2011, due settimane prima del rilascio della certificazione concernente l’adeguatezza delle riserve tecniche, Gismondi avrebbe stipulato con Fondiaria Sai nuovi contratti di consulenza per complessivi 1.400.000 euro”.
“Si arricchisce, così, l’elenco degli indagati, al quale, dopo i sindaci ed i responsabili della revisione, si è aggiunta – rendendo ancora più completo il quadro accusatorio – un’altra figura chiave nell’attività’ di controllo del bilancio della società assicurativa”, conclude la nota.