L’allungamento della speranza di vita incombe sui sistemi pensionistici pubblici, che già sono sotto crescente pressione per via della costante riduzione dei debiti a cui gli Stati devono far fronte. «Già oggi alcuni sistemi previdenziali, come quello italiano, si sono adeguati a queste nuove emergenze riducendo le prestazioni e molti dovranno farlo.

Questi interventi sono destinati a creare effetti negativi sul benessere delle famiglie perché il tenore di vita dopo la pensione rischia di abbassarsi», dice Renato Mendola, general manager di Clerical Medical Italia, società specializzata in polizze unit linked. Ma mentre molti Stati stranieri hanno attuato forme di incentivazione di investimenti di lungo periodo, l’Italia ancora no, a parte i vantaggi fiscali dei fondi pensione. «Bisogna intervenire al più presto», aggiunge Mendola, «perché oggi le famiglie italiane sono sbilanciate verso strumenti di breve termine e questa impostazione non consente di creare una redditività sufficiente per soddisfare le esigenze di lungo periodo. Lo Stato non incentiva il risparmio e l’ultimo provvedimento sulle polizze vita e long term care ha ridotto le detrazioni fiscali di questi strumenti. Inoltre, dove sono finiti i tanto promessi incentivi ai Pir, i piani di risparmio di lungo periodo?», si chiede Mendola. Queste forme di investimento erano state introdotte da un decreto legge del 2001 per incrementare il risparmio di lungo termine con il supporto di un’agevolazione fiscale, ma sono rimasti nel cassetto in attesa dei provvedimenti attuativi. Assogestioni ha più volte manifestato un forte interesse per questa tipologia di strumenti. La formula prevedeva un abbattimento dell’aliquota fiscale sui capital gain degli investimenti realizzati tramite i Pir per chi li deteneva per un periodo di tempo minimo. «Il tema dei Pir si è raffreddato in Italia», spiega Mendola, «eppure oggi le famiglie italiane hanno un bisogno enorme di affrontare con maggiore serenità le questioni legate alla previdenza, affiancando alla pensione pubblica e a quella che si costruisce tramite i fondi pensione anche forme più flessibili di accantonamento volontario di lungo termine». I Pir renderebbero in sostanza più completo l’assetto del sistema previdenziale italiano con l’introduzione di uno strumento per permettere ai lavoratori di costruire un vero e proprio portafoglio combinato di più veicoli di carattere finanziario o assicurativo. (riproduzione riservata)