Ad un anno dall’introduzione, da parte del D.L. 18.10.2012, n.179 (“Decreto Sviluppo bis”, convertito in legge del 17.12.2012, n. 221), della collaborazione fra intermediari assicurativi, ANAPA (Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione) traccia un bilancio sull’effettivo recepimento da parte del mercato delle nuove norme, analizzando i rischi e le opportunità che tale disposizione presenta. 

Per l’associazione sindacale l’azione messa in atto oggi dal Mise (Ministero dello Sviluppo Economico), che a un anno dall’entrata in vigore del provvedimento, si dice pronto a voler intervenire con una nuova disposizione che ha la finalità di contrarre le tariffe del segmento della RCA, è una risposta concreta all’inefficacia e inutilità dimostrata dal precedente provvedimento, la cui ratio puntava ad una diminuzione della tariffa RCA, tramite l’incremento della mobilità degli assicurati ed il potenziamento della concorrenza (attraverso la collaborazione tra intermediari). Invece l’evidenza ha dimostrato che il calo delle tariffe è ascrivibile principalmente a fattori contingenti tra i quali la crisi economica, che ha inciso sul costo dei sinistri, a seguito del minor utilizzo delle automobili da parte dei consumatori. 

Secondo ANAPA “il legislatore probabilmente interverrà nuovamente sul settore, con dei provvedimenti che, questa volta, grazie all’attivismo di ANAPA, non andranno a intaccare l’operatività degli intermediari, dal momento che quest’ultimi non hanno alcuna incidenza, a differenza dei grandi distributori commerciali (si pensi alla GDO), di incidere sul fattore prezzo, se non in via residuale e limitata attraverso l’utilizzo della flessibilità commerciale”. 

La collaborazione di A con A, che secondo ANAPA non rappresenta una vera novità, può tuttavia rivelarsi “un utile strumento nei rami danni non auto per agevolare la precaria redditività delle agenzie, anche se è molto probabile che ne trarranno maggior vantaggio gli agenti delle primarie compagnie generaliste, più avvezze ad assicurare i rischi in tutti i rami, rispetto alle piccole agenzie di imprese minori che invece saranno costrette a dividere le loro già ridotte provvigioni”.

Al contempo ANAPA mette in guardia dai “rischi insiti nella norma, in particolare nell’istituto delle collaborazioni, che presenta delle evidenti problematiche applicative, si pensi al profilo della responsabilità, del conto separato, della formazione, del conflitto di interessi. Tutti aspetti che la norma primaria non ha affrontato né disciplinato e che rischiano di esporre l’agente a serie conseguenze anche di carattere economico”. 

Per tali motivi ANAPA ha sollevato dubbi e criticità alle Autorità competenti, chiedendo i necessari chiarimenti che mettano al riparo l’attività degli agenti. 

“Siamo stati i primi, come ANAPA, a denunciare il rischio di disintermediazione in atto nel mercato: mi riferisco non solo alla collaborazione fra intermediari nella rc auto, ma anche all’abolizione del tacito rinnovo, alla polizza base RC auto intesa come omnicomprensiva in termini di garanzie (come da altri proposto) annichilendo il valore aggiunto della consulenza offerta dall’agente, alla dematerializzazione del contrassegno, alla home insurance e al tangibile rischio di regolamento del premio da parte del cliente direttamente online senza passare più in agenzia“ – ha commentato il Presidente ANAPA, Vincenzo Cirasola. “Abbiamo sempre sostenuto che i provvedimenti legislativi presi d’urgenza e spesso anche sull’onda di pressioni populiste non siano lo strumento più adatto per regolamentare un settore così complesso e, allo stesso tempo, così vitale per l’economia italiana, quale quello assicurativo. Auspichiamo che la concertazione con le parti del sistema, avviata dal legislatore, sappia tener in conto anche le plurali esigenze espresse dagli agenti di assicurazione” – ha continuato Cirasola. “Il suggerimento che ci sentiamo di dare agli associati, e a tutti coloro che sentono di avere in debita preoccupazione le sorti della categoria, è quello di collaborare, qualora lo ritengano necessario, con colleghi fidati e conosciuti professionalmente, o meglio ancora con brokers professionisti (collaborazione A con B), con la precauzione, ovviamente, di negoziare con il broker una equa provvigione che tenga conto del fatto che il procacciatore di affari sia l’agente” – conclude Cirasola.

In allegato l’analisi di ANAPA sulle collaborazioni.