Il Mefop ha partecipato al Gruppo di lavoro con il quale le Linee guida sono state condivise ed è da sempre molto attento all’investimento socialmente responsabile. MF-Milano Finanza ha incontrato Stefania Luzi, responsabile dell’area economia e finanza del Mefop. Domanda. Qual è la funzione delle Linee guida e che impulso ritenete possa avere sul mercato? Risposta. L’obiettivo delle linee guida è quello di fornire a fondi pensione, gestori e banche depositarie indicazioni riguardo le possibili modalità attraverso le quali integrare i criteri di responsabilità sociale, ambientale e di governance nel processo di investimento di un fondo pensione. Riteniamo che si tratti di un’iniziativa lodevole. La complessità della traduzione dei principi di investimento socialmente responsabile (d’ora in avanti, Isr, ndr) nei mandati affidati in gestione è una delle ragioni che spiegano la timidezza con quale il tema è stato al momento approcciato dagli operatori del settore della previdenza complementare. Le Linee guida, proponendo soluzioni operative, dovrebbero fornire un utile supporto ai fondi pensione che, pur propensi all’adozione di un approccio di Isr, sono ancora in fase di valutazione delle difficoltà poste dal processo di integrazione dei criteri. D. Qual è la vostra percezione sui possibili sviluppi dell’investimento responsabile nel mercato previdenziale italiano ? R. Per la sua coerenza con la finalità sociale della previdenza complementare, l’interesse degli operatori del settore nei riguardi degli Isr è sicuramente elevato. Anche il contesto normativo di riferimento ha posto particolare attenzione al tema. La maturità che il settore sarà in grado di acquisire, grazie anche agli ultimi provvedimenti normativi finalizzati a favorire la creazione di strutture di governo più articolate, e la maggiore rilevanza degli asset gestiti dovrebbero condurre i fondi a confrontarsi con maggiore concretezza su tali temi. D. Al di là del comparto previdenziale quali sono gli sviluppi attuali in Italia? E all’estero ? R. Il mercato degli Isr è trainato dagli investitori istituzionali, sia in Italia che all’estero. In base ai dati Eurosif relativi al 2009 (gli ultimi al momento disponibili, anche se a breve sarà presentato il rapporto relativo al 2011), in Italia il peso delle risorse investite dagli investitori istituzionali è pari al 99% del totale degli asset complessivamente raccolti (pari a 312,4 miliardi di euro, ndr). Tale percentuale scende di poco, al 92%, nel caso della media dei paesi europei (che raccolgono insieme circa 5 mila miliardi di euro, ndr). C’è quindi ancora molto da fare nel segmento retail. D. Quali sono secondo voi i principali vantaggi per l’aderente ad un fondo pensione derivanti dall’adozione dei criteri Sri? R. Sicuramente la trasparenza nella gestione delle risorse e l’adozione di un processo di controllo del rischio, che introduce aspetti di natura extra-finanziaria nella valutazione della rischiosità di un titolo. Tali categorie di rischi, che possono incidere significativamente sull’andamento delle quotazioni dei titoli e sul valore del portafoglio in essi investito, sfuggono a un’analisi tradizionale basata sui fondamentali aziendali. Non a caso, l’evidenza empirica abbonda di casi relativi a imprese che sono state punite dal mercato per la mancata gestione dei rischi di natura extra-finanziaria. D. Se è vero che senza denari non si cantano messe, avete qualche rilevazione dei rendimenti fin qui realizzate dalle linee etiche dei fondi pensione ? R. L’esiguità del numero di linee gestite e il breve orizzonte temporale di riferimento non consentono di trarre considerazioni sui rendimenti conseguiti. Peraltro, in molti casi, in particolare tra i fondi pensione chiusi, i criteri di Isr sono applicati solo su una parte del patrimonio, tipicamente quella allocata nell’azionario e, nella documentazione resa disponibile dai fondi sui rispettivi siti internet, non sono disponibili dati riguardanti il contributo al rendimento dovuto a ciascuna asset class di investimento. D. Dal punto di vista normativo secondo Voi potrebbe prevedersi qualcosa in più per favorire lo sviluppo dei fondi pensione Sri ? R. Come accennato in precedenza, riteniamo che il contesto normativo ponga la dovuta attenzione al tema. Dato il quadro normativo attualmente in essere, un’accelerazione allo sviluppo potrebbe essere eventualmente generata dall’obbligo di adozione dei criteri di Isr. Riteniamo tuttavia che non sia questa la strada da percorrere. Anche altri contesti previdenziali, in cui l’Isr è particolarmente sviluppato, hanno privilegiato l’adozione di un approccio