Continua ad essere alta la preferenza per la liquidità, che tocca 2 italiani su 3, mentre chi investe lo fa solo con una parte minore dei propri risparmi dando la preferenza ai Titoli di Stato.
Dall’indagine Acri-Ipsos sul tema “gli italiani e il risparmio”, emerge che, rispetto al 2011, meno italiani dichiarano di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita/fondi pensione (il 19%); sono costanti i possessori di fondi comuni di investimento (l’11%), in lieve incremento i possessori di libretti risparmio (il 19%), in ascesa i possessori di azioni (dal 6% all’8%), di obbligazioni e certificati di deposito (dall’8% al 10%) e soprattutto di titoli di Stato: dal 5% al 9%, unico effetto positivo dell’imponente crescita dei rendimenti.
Inoltre, la metà degli italiani ritiene che si debba rimanere fermi sulle proprie posizioni di investimento (il 48% nel 2012 contro il 55% di un anno fa), mentre il 29% ritiene che sia il momento giusto per investire: percentuale in crescita rispetto al 25% dello scorso anno, che sale al 36% presso coloro che hanno effettivamente risparmiato. Minoritario, anche se in crescita, dal 13% del 2011 al 16% attuale, e’ il numero di coloro che ritengono sia meglio uscire completamente da ogni investimento.
Il “mattone” precipita sempre più nella crisi. Se nel 2006 il 70% degli italiani vedeva nel mattone l’investimento ideale, e nel 2010 il 54%, l’anno scorso si e’ scesi al 43% per giungere all’attuale 35% (dato inferiore anche a quello del 2001).
Crescono – raggiungendo il massimo storico del 32% – coloro che reputano questo il momento migliore per investire negli strumenti ritenuti più sicuri (risparmio postale, obbligazioni e titoli di Stato), soprattutto nel Nord Est. Cresce anche prepotentemente il numero di coloro che ritengono sbagliato investire in una qualsiasi forma (il 18% nel 2010, il 23% nel 2011, il 28% nel 2012), mentre sono costanti al 5% gli amanti dei prodotti più a rischio.
Il risparmiatore si sente attento soprattutto alla rischiosità dell’investimento; analogamente agli anni passati ritiene di non essere tutelato (il 64% parla di norme e controlli non efficaci, erano il 59% nel 2011) e non ha fiducia che questa tutela aumenti nei prossimi 5 anni (il 21% ritiene che il risparmiatore sarà più tutelato, mentre il 52% ritiene che sarà meno tutelato). Infine, l’80% degli italiani non si sente in grado di identificare facilmente un investimento sicuro.