di Angelo De Mattia

Entro il 4 novembre dovrà essere deliberato lo statuto dell’Ivass, la nuova Autorità sulle assicurazioni, presieduta dal direttore generale della Banca d’Italia, e dovranno essere avviate le nomine dei due membri che ne integreranno il consiglio e che si aggiungeranno ai cinque componenti del Direttorio della Banca, competente per gli atti dell’Authority aventi rilevanza esterna. Si dovrà trattare di persone di altissima qualità, indipendenti dalla politica e dall’economia. È prevedibile, inoltre, che nel momento in cui l’Ivass decollerà sarà stata sistemata la partecipazione nelle Generali detenuta dalla Banca centrale, per prevenire, sia pur infondati, potenziali conflitti di interesse. Resta invece irrisolto il problema della norma contenuta nella legge sulla tutela del risparmio del 2005, che dispone, in spregio dell’autonomia e indipendenza dell’Istituto, la statizzazione della Banca d’Italia, espropriando le quote del suo capitale possedute da intermediari bancari e assicurativi. Dal governo era trapelato che si sarebbe colta la legge di Stabilità per l’abrogazione e per una diversa disciplina del capitale. Ma ciò non è avvenuto. Ora però si parla di un recupero a breve, forse a giorni, di questo argomento. Sarebbe inconcepibile se il governo, dopo essersi opposto a luglio a una proposta parlamentare di soppressione, dovesse continuare nell’inerzia. A un certo punto, poi, sarebbe impossibile legiferare fruttuosamente per l’avvicinarsi delle elezioni. E resterebbe l’interrogativo sulla pervicacia soprattutto del ministro dell’Economia nel mantenere in vita una norma viziata da illegittimità, a meno che non la si interpretasse con il non volersi distaccare dal promotore della legge, il suo dante causa di allora, ministro dello stesso dicastero nel 2005. (riproduzione riservata)