di Carlotta Scozzari

Dopo la presentazione dei conti trimestrali al 30 settembre e l’assemblea dei soci di sabato, l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, suona l’allarme sul costo della raccolta per le banche, ancora troppo elevato soprattutto per le italiane. «Il livello dei cds delle banche – ha dichiarato Nagel in occasione della conference call per la presentazione dei numeri trimestrali – è ancora troppo alto rispetto ai cds societari di medie o grandi dimensioni anche con rating non migliori dei finanziari». Lo scenario che Nagel ritiene più probabile è che «qualcuno richiede l’Omt (Outright Monetary Transaction, ndr) e il solo fatto che ci sia questa richiesta permette di ridurre il costo della raccolta non solo per il paese che fa la richiesta, ma anche per gli altri, e speriamo anche per il nostro». Anche in seguito all’elevato costo della raccolta, Nagel ha spiegato che la merchant bank farà «una revisione del portafoglio di business e penso che finiremo tra qualche trimestre, perché ci sono alcuni eventi-chiave da valutare. Penso che entro la metà del prossimo anno la revisione sarà finita». Già ora, comunque, appare chiaro come le attività nel leasing non siano più strategiche, sicché non è esclusa «un’operazione di m&a, ma non c’è alcuna transazione in vista». 
Intanto, qualche analista, dopo avere notato che nel primo trimestre dell’esercizio 2012-13 (si chiude a fine giugno), il credito di Mediobanca verso Premafin è stato contabilizzato come credito dubbio, catalogazione meno forte che «a rischio», ha chiesto lumi all’ad. «È stata avviata – ha detto Nagel in proposito – una ristrutturazione e pensiamo che non sia più un credito a rischio». Il numero uno dell’istituto di Piazzetta Cuccia ha altresì indicato di «non attendersi a lungo andare un costo del rischio complessivo maggiore» di quello rilevato nei primi tre mesi dell’esercizio. In ogni caso, è «irrealistico» attendersi un calo del costo del rischio per le banche italiane già all’inizio del prossimo anno. Rispondendo poi a chi gli domandava se Mediobanca sarebbe stata obbligata a procedere con un aumento se a farlo fosse stata la controllata Generali, Nagel ha affermato: «No, non c’è un effetto automatico tra i due fenomeni o le due situazioni, una legata a Generali e l’altra a Mediobanca». Ieri, intanto, all’interno di un indice Ftse Mib immerso nel rosso, Mediobanca ha archiviato la seduta con un netto calo del 4,29% a 4,332 euro. Da ricordare che il primo trimestre dell’esercizio 2012-13 è stato archiviato con utili per 109 milioni, quasi il doppio rispetto al dato di un anno fa, ma con ricavi in flessione (-5% anno su anno) a 453 milioni e con una significativa riduzione dei costi (-12%) a 174 milioni.