Vittoria Puledda

N on è entrato in punta di piedi, ma tutto sommato non ha nemmeno usato (per ora) il machete. E’ un po’ questo il tenore dei commenti non ufficiali – sull’era di Mario Greco a Generali. Del resto, la sua personale “trimestrale” (è arrivato a Trieste il primo agosto) non è ancora compiuta e già sotto la guida di Greco il gruppo ha cambiato faccia: un nuovo Comitato strategico che si riunirà ogni settimana, un manager ma non certo promosso rispetto al suo ruolo precedente (Sergio Balbinot), uno storico dirigente top del gruppo, Raffaele Agrusti, riportato a un ruolo di gestione diretta, quello di country manager sull’Italia, e Paolo Vagnone, altro top manager, che se mantiene linee importanti di business non è stato però messo nella stanza dei bottoni. Qualche altra casella è ancora in cerca di un volto (ad esempio, il ruolo strategico del responsabile investimenti a tutto tondo, mattone compreso, il futuro Cio) mentre qualcun altro è già salito, come Sandro Panizza. Il prossimo appuntamento di rilievo, a questo punto, è la prevedibile – riorganizzazione della parte italiana. Magari con un accorpamento dei marchi, magari con una diversa articolazione dei rami vita e danni, magari ancora con una declinazione geografica più specifica. L’appuntamento, secondo il mercato, è dopo il piano industriale.