di Marcello Bussi

Chiedere o no gli aiuti internazionali? La telenovela spagnola continua. Madrid insiste a prendere tempo, nella speranza di evitare l’attivazione dello scudo anti spread. E mentre le parti in causa si spazientiscono, i mercati continuano la tregua nei confronti del Paese iberico. Ieri il rendimento dei Bonos decennali è rimasto stabile al 5,75%, con lo spread a 429 punti base. E se oggi il Tesoro spagnolo riuscirà a collocare, come sembra, fra i 3 e i 4 miliardi di euro di Bonos a ottobre 2014, ottobre 2015 e ottobre 2017, con rendimenti in ribasso, allora Madrid avrà altro tempo per respirare. Ieri il premier finlandese, Jyrki Katainen, ha dichiarato che la Spagna non avrà bisogno di un salvataggio completo perché le riforme intraprese dal governo renderanno il Paese più competitivo. Mentre la direttrice generale del Fmi, Christine Lagarde, ha detto che l’istituto di Washington è pronto ad aiutare la Spagna, sempre se «Madrid lo vorrà», spiegando che «possiamo contribuire in diversi modi, per esempio semplicemente con la supervisione e il monitoraggio delle riforme negoziate con i partner dell’Eurozona, ma potremmo anche avere un ruolo nel finanziamento ». Lagarde, insomma, non esclude un salvataggio completo della Spagna, sul modello di quello ricevuto da Grecia, Portogallo e Irlanda. Sul tema è intervenuto anche il presidente della Catalogna, Artur Mas, sicuro che un piano di salvataggio per la Spagna «sarà inevitabile, quindi è meglio affrontare il problema senza troppi ritardi». Il prossimo 25 novembre si terranno le elezioni anticipate in Catalogna, che nelle scorse settimane ha chiesto aiuti finanzari al governo centrale per evitare la bancarotta. Mas ribadito che nella prossima legislatura proporrà un referendum popolare sull’autodeterminazione, affinché la Catalogna abbia «un proprio Stato nella Ue e nell’euro». Sempre ieri, il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, ha annunciato in parlamento che sarà costituita da investitori privati la quota di maggioranza nella bad bank creata dal governo per farvi confluire gli asset immobiliari tossici delle banche spagnole. Gli istituti nazionalizzati, che riceveranno aiuti pubblici, trasferiranno gli attivi tossici alla bad bank, che entrerà in funzione a dicembre, a un prezzo «collegato al valore reale ». Le quattro principali banche spagnole hanno intanto superato gli stress test effettuati dall’Autorità bancaria europea (Eba). Intanto oggi si terrà a Lubiana, in Slovenia, la riunione del Consiglio direttivo della Bce. Difficilmente nella riunione odierna l’Eurotower darà ulteriori indizi sul nuovo programma di acquisto di titoli di Stato dei Paesi che chiederanno l’attivazione dello scudo antispread. La Bce dovrebbe mantenere un atteggiamento di attesa anche sulla politica monetaria, lasciando così i tassi d’interesse allo 0,75%. (riproduzione riservata)