di Anna Messia

Ieri Mario Greco era a Pechino per incontrare il vice premier cinese con delega agli affari economici Wang Qishan. La Cina, del resto, è un mercato molto importante per le Generali Assicurazioni che nel Paese hanno avviato una joint venture vita e una danni con la China National Petroleum Corporation, il più grande gruppo petrolifero cinese. E la compagnia vita, la Generali China Life, è diventata rapidamente la prima assicurazione straniera per raccolta premi. Ma Greco probabilmente dovrà presto organizzare un altro viaggio, questa volta in direzione di Mumbai, dove si è già recato di recente e dove si sta giocando un’altra partita molto importante per il gruppo triestino, considerando che il mercato indiano, al pari di quello cinese, rappresenta una pedina fondamentale del piano di crescita del gruppo in Asia. Il fatto è che, come anticipato da MF/ Milano Finanza il 13 settembre, il partner di Generali in India, l’uomo d’affari Kishore Byani, con il quale nel 2006 la compagnia creò le joint venture Vita e Danni con il marchio Future Generali, ha deciso di vendere le sue quote per ridurre l’esposizione debitoria. In questo periodo la riorganizzazione sta entrando nel vivo con la compagnia indiana L&T General Insurance che si è fatta avanti per rilevare le partecipazioni di Byani nelle joint venture. Le trattative sono all’inizio e potrebbero durare mesi, ma il riassetto, non confermato da Generali («non commentiamo indiscrezioni di mercato », dicono da Trieste), a questo punto appare inevitabile. Una riorganizzazione che tra l’altro avviene in un momento di turbolenza e di grandi cambiamenti per il mercato assicurativo indiano. Da una parte ci sono colossi esteri come New York Life, Ing o Hsbc che sarebbero pronti ad abbandonare l’India che si è rivelato un mercato meno promettente del previsto. Dall’altra però potrebbero aprirsi nuove possibilità di sviluppo per gli assicuratori esteri che decideranno di restare: oggi le compagnie straniere possono detenere fino a un massimo del 26% delle joint venture assicurative. Il resto deve rimanere in mano a operatori locali. Ma il governo indiano, proprio per attirare nuovi capitali, sarebbe pronto ad alzare la soglia almeno fino al 49%. Così il riassetto di Future Generali potrebbe rappresentare l’occasione per il gruppo triestino di aumentare la presa sul Paese. La raccolta premi di Future Generali, attiva sia nel ramo vita sia in quello danni, benché ancora poco significativa in termini assoluti, con un risultato che nel 2011 è stato di oltre 260 milioni, sta però registrando un tasso di crescita che supera il 30%, nonostante il mercato vita lo scorso anno si sia ridotto a causa di alcune riforme legislative. Greco potrebbe quindi decidere di alzare la posta in gioco ed è pronto a seguire la partita in prima persona. (riproduzione riservata)