Un altro personaggio illustre della finanza finisce nel mirino della Procura di Torino nell’ambito dell’indagine in corso su Fondiaria-Sai. Si tratta del presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, che risulta indagato per concorso in falso in bilancio. Con la finalità di acquisire nuovi elementi per far luce sull’intricata vicenda, ieri alcuni uomini della Guardia di Finanza del capoluogo piemontese hanno perquisito l’ufficio e l’abitazione romana di Giannini su delega dei pm torinesi, Vittorio Nessi e Marco Gianoglio. Le Fiamme Gialle erano in cerca di riscontri in ordine a presunti inadempimenti e ritardi dell’Authority delle assicurazioni, nell’esercizio dell’azione di vigilanza sul gruppo Fonsai per quel che riguarda il periodo 2009-2011. Si allarga, dunque, all’Isvap il fronte delle indagini sul gruppo che fino a poco tempo fa faceva capo alla famiglia Ligresti avviato dalla procura di Torino (la compagnia ha la sede legale nel capoluogo piemontese). Già il 2 agosto erano stati perquisiti gli uffici di Fonsai a Torino e Milano e, nell’occasione, erano stati iscritti nel registro degli indagati per «falso in bilancio» e «ostacolo alla vigilanza» i componenti del comitato esecutivo del consiglio di amministrazione pro-tempore. Ieri, invece, oltre all’iscrizione di Giannini nel registro degli indagati, sono state notificate informazioni di garanzia per concorso in falso in bilancio a dirigenti dell’istituto in grado di riferire sui fatti, che saranno sentiti direttamente dai due magistrati nei prossimi giorni. Nel decreto di perquisizione e sequestro degli uffici dell’Isvap si legge che da parte dei vertici dell’Authority, «in particolare da parte del suo presidente», secondo le indagini svolte dalla procura di Torino, è possibile trovare «traccia di inadempimenti, ritardi e, financo, collusioni con il management della società sottoposta a controllo», ossia per l’appunto Fonsai. A parere dei magistrati, tali «inadempimenti, ritardi e collusioni», inoltre, «hanno finito per consentire a Fondiaria-Sai di esporre nei bilanci, e più in generale, nelle comunicazioni sociali, fatti materiali non rispondenti al vero». Inoltre, sempre secondo il decreto, «pur avendo appreso della criticità nella determinazione della riserva sinistri del ramo auto della compagnia assicurativa che faceva capo alla famiglia Ligresti fin dal marzo 2009, è stata disposta ispezione solo nel gennaio 2011, dopo l’aver preannunciato l’attività fin dall’agosto 2010 e ciò anche a seguito di plurime sollecitazioni». Per la procura di Torin, infatti, il gruppo assicurativo ha tenuto «condotte gravemente anomale nel ramo Rca» e nonostante questo «non risulta mai stata estesa ispezione alcuna avente a oggetto la Rc generale» da parte dell’Isvap.