di Anna Messia

orse nel 2016, di sicuro non prima, e non è affatto escluso un ulteriore rinvio al 2017. E a questo punto chi sa, forse anche oltre. Le nuove regole di Solvency II, che avrebbero dovuto rivoluzionare il mondo della compagnie di assicurazione europee dal gennaio dell’anno prossimo, consentendo alle imprese di allinearsi al più tardi entro gennaio 2014, diventano sempre più una chimera. In realtà era cosa nota che nell’aria ci fosse un rinvio, rispetto alla data prevista, delle nuove regole sui requisiti di capitale e sulla gestione dei rischi. Ma forse in pochi immaginavano uno slittamento dei tempi lungo come quello ufficializzato ieri da Gabriel Bernardino, il presidente dell’Eiopa, l’Autorità europea su assicurazioni e previdenza. Intervistato dal Wall Street Journal Deutschland, Bernardino ha lanciato l’allarme e ha dichiarato che, a questo punto, nella migliore delle ipotesi le nuove regole di Solvency II potrebbero partire «dal 2015 o dal 2016, a seconda della durata dell’iter politico e legale», aggiungendo però che, vista la situazione, la seconda ipotesi, ovvero quella del 2016, appare quella più probabile e non escludendo neppure ulteriori proroghe. L’avvio dei nuovi requisiti di solvibilità delle assicurazioni, che richiederebbero più capitale in caso di rischi crescenti, appare insomma ancora in alto mare. Un’impasse che era già emersa dall’incontro tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo di fine settembre, che avrebbe dovuto definire le misure attuative delle nuove norme, ma che si è concluso invece con un nulla di fatto. La proroga è apparsa quindi inevitabile e i tempi si sono allungati oltre misura. La situazione ha spinto Bernardino a inviare qualche giorno fa una lettera alla Commissione Europea chiedendo di fare chiarezza e di tracciare una tabella di marcia credibile e coerente per l’avvio di Solvency II, proprio in considerazione del fatto che l’inconcludente confronto politico rischiava di congelare le nuove norme per troppo tempo. Il rinvio, per la verità, non dispiace affatto alle compagnie di assicurazione. Come Allianz, che sulla questione Solvency aveva dichiarato che «coerenza e chiarezza devono prevalere sulla rapidità». Oppure Generali, che per bocca dell’amministratore delegato Sergio Balbinot, proprio sulle pagine di questo giornale, solo qualche settimana fa aveva detto di aver più volte fatto presente alla Commissione Ue e al Parlamento Europeo che «alcuni aspetti molto importanti della nuova normativa, come l’impatto della volatilità, vanno chiariti bene» sin dal primo momento di avvio della nuova Solvency, «altrimenti è veramente difficile metterli a punto in corso d’opera». E le sue parole sembrano essere state ascoltate a Bruxelles, dove si è preferita la strada della massima prudenza, se non addirittura della stasi. Una situazione che crea inevitabilmente incertezza nel mercato che in questi anni ha lavorato intensamente per farsi trovare pronto all’entrata in vigore delle nuove norme, inizialmente fissata al 2013. Non solo. Anche se Solvency II, normativa concepita prima della crisi, ha certamente bisogno di aggiustamenti e limature (soprattutto per quanto riguarda i rischi sui titoli governativi), è altrettanto vero che le precedente norme di Solvency I, in vigore dal 1995, appaiono ormai datate. In attesa di chiarimenti dalla politica, le autorità di vigilanza europee cercano di portarsi avanti. L’Eiopa si è detta pronta a lanciare una nuovo serie di stress test, a partire dall’anno prossimo, per verificare la tenuta, con le nuove regole, delle imprese assicurative in caso di peggioramenti ulteriori dello scenario economico e finanziario. La data effettiva per gli stress test «deve ancora essere decisa», ha dichiarato Bernardino e sarà comunicata al mercato intorno a marzo o aprile dell’anno prossimo. (riproduzione riservata)