Nel mondo gli affamati sono in diminuzione ma sono ancora 870 milioni. La tendenza all’aumento dei prezzi alimentari iniziata nel 2002, insieme alla volatilità dei mercati nel breve, dureranno ancora continuando a minacciare la food security delle fasce povere della popolazione mondiale. L’istantanea la fornisce il rapporto Sofi 2011 (State of food security in the world) pubblicato dalla Fao. Il documento ricorda anche l’importanza degli investimenti in agricoltura, che tra l’altro, dati i prezzi in rialzo, possono essere molto remunerativi. Per proteggere i Paesi poveri dagli shock di prezzo delle commodities agricole e garantire livelli minimi di assistenza sociale c’è anche chi pensa a un sistema assicurativo. La proposta potrebbe essere presentata proprio alla Fao a Roma mercoledì prossimo, giornata mondiale dell’alimentazione, dal rapporteur speciale per il diritto al cibo delle Nazioni unite Olivier de Schutter e dalla delegata ai problemi della povertà Magdalena Sepùlveda. Il sistema ideato dai due esperti prevede la creazione di un Fondo globale per la protezione sociale, in parte finanziato dagli Stati più ricchi e in parte affidato a programmi di riassicurazione per fronteggiare situazioni di rischio. Vale a dire che in caso di shock di prezzo o disastri (carestie, alluvioni) che colpiscono intere popolazioni, a coprire le spese straordinarie ci sarebbero veri sistemi assicurativi. Novità rilevante, visto che le assicurazioni utilizzano quegli strumenti finanziari che secondo molti (anche de Schutter) sono i principali responsabili dei picchi dei prezzi agricoli. «C’è differenza tra l’utilizzo di questi strumenti per proteggersi dai rischi», spiega a ItaliaOggi il relatore Onu, «e la speculazione alimentata dal guadagno facile. In principio le compagnie di assicurazione private possono avere un ruolo costruttivo nell’aiutare i Paesi più poveri ad adottare regimi di protezione sociale». Qualcosa è cambiato dal 2011, quando anche i leader del G20 riuniti in Francia trovarono comodo accusare la «finanziarizzazione» dell’agricoltura tout court per l’aumento dei prezzi alimentari e la volatilità. Mercoledì prossimo alla Fao si farà anche il punto sugli impegni presi nel summit dell’anno scorso, con la partecipazione dei ministri dell’agricoltura del G20. Si parlerà dei risultati raggiunti dall’Amis (sistema per la trasparenza dei mercati agricoli), dell’auspicato aumento degli investimenti in ricerca e innovazione, dell’idea delle scorte alimentari suddivise per macroregioni. C’è tuttavia poco da aspettarsi sul fronte delle iniziative concrete e immediate: anche con i prezzi dei cereali ai livelli del 2008 e l’indice Fao dei prezzi che ha ripreso a salire (+1,4% in settembre) i Paesi del G20, Usa in testa, pensano che sia «inutile» convocare il Forum di risposta rapida alle crisi alimentari. da Bruxelles Angelo Di Mambro © Riproduzione riservata