Agnese Ananasso

I Roma n Italia, secondo l’Aci un’auto su dieci circola priva di una copertura assicurativa valida. L’Isvap, l’istituto che vigila sulle compagnie assicurative (che si chiamerà Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e d’interesse collettivo), ha stimato che nel 2011 l’incidenza dei sinistri Rc auto riconducibili a fenomeni fraudolenti a livello nazionale è del 2,04 per cento del totale dei sinistri, pari a circa 282 milioni di euro. Solo in Puglia e Campania si parla di un onere di 126 milioni di euro. Per cercare di arginare questo fenomeno, il Consiglio dei Ministri ha varato i primi di ottobre, nell’ambito del decreto legge 2.0 per la digitalizzazione delle procedure che toccano tutta la vita privata dei cittadini, un provvedimento per la creazione di un archivio informatico integrato. Una banca dati anti-frode da affidare appunto all’Ivass per “la cura della prevenzione ammini-strativa delle frodi nel settore Rc auto relative alle richieste di risarcimento e di indennizzo” e l’eventuale segnalazione di incongruenze e irregolarità alle Autorità giudiziarie. Non solo, il web verrà utilizzato per una maggiore completezza di informazione e comunicazione tra compagnia e assicurato. Il ministero dello Sviluppo Economico dovrà infatti elaborare uno schema di “contratto base” di assicurazione Rc auto, “nel quale prevedere tutte le clausole necessarie ai fini dell’adempimento di assicurazione obbligatoria.

Ogni compagnia assicurativa, nell’offrirlo obbligatoriamente al pubblico, anche attraverso internet, dovrà definirne il costo complessivo individuando separatamente ogni eventuale costo per i vari servizi aggiuntivi”. Come lo stesso istituto ha più volte sottolineato infatti i contratti sono spesso pieni di cavilli e incomprensibili. Tra le proposte dell’autorità sia per ridurre le truffe che i costi delle polizze c’è anche l’installazione della scatola nera, ipotesi che però non trova il favore delle compagnie e dell’Ania, che le compagnie rappresenta: l’installazione del dispositivo, se dovesse diventare obbligatoria, provocherebbe un aumento del premio, proprio a causa dei costi dell’operazione. La scatola nera, così come il database integrato, sarebbero degli strumenti efficaci anche per fronteggiare un’altra forma di truffa: gli incidenti fantasma. In pratica ci si ritrova addebitati sull’attestato di rischio sinistri mai commessi, con conseguente aggravio del premio. L’istituto di sorveglianza, verificata l’entità del fenomeno, ha richiamato le compagnie assicurative affinché prestino maggiore attenzione a controllare che gli incidenti denunciati a carico dei loro clienti siano effettivamente avvenuti e non diventino uno strumento di truffa. Invece di approntare tutti gli adeguati controlli antifrode (comunicazione al cliente di apertura del sinistro, documentazione varia, rimborso del premio non dovuto per erronea attribuzione dell’incidente…) preferiscono liquidare il sinistro e aumentare di conseguenza il costo della polizza. «Nell’ultimo anno, con l’aggravarsi della situazione economica ci arriva almeno una segnalazione a settimana» fanno sapere da Altroconsumo. «Con la crisi infatti le assicurazioni fantasma e i falsi sinistri sono infatti aumentati». Sul sito dell’Isvap, ripreso da quello di Altroconsumo, si trova un elenco dettagliato degli intermediari e delle compagnie truffaldine. Il web può essere un valido aiuto per evitare di incorrere in società fantasma o di acquistare polizze contraffatte, grazie al comparatore, presente sia sul sito dell’autorità di vigilanza sia su altri siti, come quelli delle associazioni di consumatori e portali dedicati: basta inserire nel motore di ricerca “assicurazioni rc auto” per averne almeno una decina a disposizione. Si discute sull’eventuale introduzione della obbligatorietà della scatola nera che aumenterebbe i costi delle polizze ma, così come il database integrato, sarebbe strumento utile contro gli incidenti fantasma