Gli attuari lanciano l’allarme sulle nuove polizze unisex. Una novità che, come noto, partirà dal prossimo 21 dicembre quando dovranno essere cancellate le tariffe assicurative differenziate tra uomini e donne. Una prassi finora largamente utilizzata dalle compagnie, che tra l’altro ha avvantaggiato spesso le donne più prudenti alla guida e più longeve. Da fine dicembre, però, in conseguenza di una pronuncia della Corte di giustizia europea, la differenziazione è destinata a scomparire e uomini e donne dovranno obbligatoriamente essere messi sullo stesso piano davanti a un assicuratore. Ma non senza rischi, sottolinea Giampaolo Crenca, presidente nazionale del Consiglio nazionale attuari. I professionisti, a cui sono affidati i calcoli per la definizione delle tariffe, hanno sollevato in particolare dubbi interpretativi sulle norme che rischiano di creare incertezza nel mercato assicurativo, in particolare per la previdenza complementare. «Non è chiaro affatto quali siano le polizze e i prodotti previdenziali che dovranno sottostare alle nuove regole», sottolinea Crenca, «Secondo noi i contratti preesistenti e quelli che prevedono il tacito rinnovo dovrebbero rimanere esclusi, ma vorremmo averne la certezza». I problemi maggiori nascono però per la previdenza complementare, perché la formula unisex appare difficilmente applicabile in maniera univoca alle varie forme esistenti sul mercato. «Il rischio, in caso di interpretazioni differenti», aggiunge Crenca, «è che sul mercato si possano avere modalità applicative differenti. Così le scelte degli iscritti potrebbero essere dettate più dall’appartenenza a un determinato sesso che all’affidabilità delle imprese o alle garanzie offerte». Potrebbero insomma ingenerarsi confusione e vantaggi competitivi ingiustificati. Per questo gli attuari chiedono l’immediato intervento delle autorità competenti chiamate a fare chiarezza. (riproduzione riservata) Anna Messia