La governance delle banche popolari, le tariffe autostradali, lo scorporo di alcuni asset dai grossi gruppi, come Telecom e Poste Italiane. Il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, ha riaperto ieri il grande dossier delle liberalizzazioni, invitando in sostanza governo e Parlamento a una nuova «lenzuolata» che risolva i tanti nodi irrisolti. 
«Il processo di liberalizzazione dei mercati ha mostrato, durante il governo Monti, rapide accelerazioni ma molto resta ancora da fare», ha spiegato il numero uno dell’Authority in una segnalazione alle istitutzioni, dove ribadisce che l’apertura dei mercati e l’introduzione dei meccanismi concorrenziali sono ingredienti imprescindibili per stimolare, in prospettiva, la crescita e migliorare il benessere dei consumatori. «Devono tuttavia essere accompagnati da istituzioni efficienti e veloci, che diano certezza dei tempi a chi vuole investire nel nostro Paese: ripensamento dell’ attuale assetto del federalismo per uscire dal gioco dei veti incrociati, pubblica amministra zione orientata al servizio delle imprese e dei cittadini, riforma della giustizia sulla scia di quanto efficacemente avviato negli ultimi mesi dal dicastero competente, devono accompagnare il processo in corso». Per l’Autorità, si va dai trasporti alle infrastrutture energetiche, dai servizi postali alle assicurazioni, dai servizi pubblici locali a quelli professionali fino alla sanità. Nei trasporti va resa operativa, senza indugi, l’Autorità di settore. «Occorre coniugare l’esigenza dell’equilibrio economico del gestore del servizio pubblico con l’ ingresso di altri operatori, istituendo una royalty a carico di questi ultimi: verrebbe così garantito l’ingresso dei concorrenti nei settori più profittevoli senza ricadute negative sui conti del gestore pubblico». In particolare, Pitruzzella ha puntato l’indice su aeroporti e autostrade. «Per rendere competitivo il settore – ha spiegato – è necessario aprire effettivamente la gestione degli aeroporti a soggetti privati competitivi attraverso procedura di gara; fissare la durata delle concessioni in modo da perseguire l’equilibrio economicofinanziario degli investimenti del concessionario, senza pero’ rinviare per tempi eccessivamente lunghi il confronto concorrenziale». Sul fronte delle concessioni autostradali, invece, il presidente Antitrust ha ribadito la necessità impellente di legare maggiormente gli aumenti alla produttività. E il Garante è tornato all’attacco anche sul tema degli scorpori, come quello di Banco Posta dalle Poste («è necessaria la separazione dalle attività postali tradizionali per aumentare il grado di concorrenza nel settore bancario») e delle tlc (Telecom). Infine, un nuovo affondo sulla governance delle banche popolari: «Il regime legale di questi istituti quotati consente assetti societari che ne limitano la contendibilità senza che sia garantito il rispetto dello spirito mutualistico. Si potrebbe quindi eliminare la clausola di gradimento e abolire il limite all’uso delle deleghe».