Agata Bottoni

Consob dura sulla Tobin tax. La tassa sulle transazioni finanziarie, introdotta con la legge di stabilità, per il presidente della Commissione di borsa, Giuseppe Vegas, determina una forte penalizzazione per l’operatività in strumenti derivati e genera rischi di elusione. In occasione di un’audizione alla commissione Finanze della Camera sul mercato finanziario e l’attività della Consob, Vegas ha ricordato ieri che il ddl stabilità ha introdotto un’imposta di bollo sulle compravendite di azioni di emittenti italiani e sulle operazioni in derivati con un’aliquota unica pari allo 0,5% da applicarsi rispettivamente sul controvalore dell’operazione e sul valore nozionale di riferimento. Tuttavia, l’imposta italiana si discosta dal disegno della Commissione europea del settembre 2011 per la mancata differenziazione delle aliquote in funzione della tipologia di strumento finanziario negoziato. Ciò appunto determina una forte penalizzazione dell’operatività in strumenti derivati. In secondo luogo, rispetto alla suddetta proposta, vi è un esplicito riferimento alla nazionalità dell’emittente, mentremancail riferimento al principio di residenza in Italia dell’intermediario quale ulteriore elemento di definizione dell’ambito di applicazione dell’imposta. In terzo luogo, assodato che le ragioni del non «perfetto allineamento » della Tobin Tax con la disposizione europea sono da ricercarsi nel fatto che la norma è chiamata a operare nel più ristretto ambito nazionale, Vegas ha rilevato come, rimanendo ferma la possibilità per i non residenti di effettuare all’estero transazioni su azioni italiane senza essere tenuti al pagamento dell’imposta, «permangano rischi di elusione, attraverso la delocalizzazione di importanti comparti dell’industria finanziaria nazionale». Rischi che peraltro, ha avvertito Vegas, potrebbero essere amplificati nel caso in cui l’Italia adotti l’imposta in anticipo rispetto all’entrata in vigore della direttiva europea in materia. In tal caso, la disposizione italiana, pur costituendo una sorta di «normativa ponte » destinata a operare solo in via temporanea, potrebbe comunque determinare effetti di «spiazzamento», anche irreversibili sui mercati. Invece, l’imposta recentemente introdotta in Francia contiene alcune previsioni in grado di attenuare gli effetti negativi derivanti dall’adozione isolata della stessa. Vegas ha quindi osservato che quello francese appunto è un «meccanismo che tutela di più il mercato francese». Fatte queste critiche, l’introduzione della Tobin tax non è in dubbio, ma Vegas chiede una «razionalizzazione». Alcuni aspetti andrebbero infatti corretti per salvaguardare il riequilibrio del sistema finanziario. «Non va modificata l’impostazione di fondo della legge di stabilità e di questa norma in particolare», ha precisato Vegas, ma qualche correzione potrebbe essere utile, in modo tale che «gli effetti dinamici non siano preponderanti rispetto agli effetti di gettito sul mercato». Per il numero uno della Commissione di borsa bisogna d’altra parte stare attenti perché l’innovazione finanziaria sia di prodotto sia di processo, nonostante i suoi aspetti positivi, può generare importanti fragilità: «Consente di espandere, in maniera non trasparente o non adeguatamente regolata, il ricorso al debito o l’esposizione a rischi di credito, di controparte e di mercato». E anche oggi i mercati finanziari «rimangono esposti a numerosi rischi che potrebbero svilupparsi al loro interno »,mentre fuori il quadromacroeconomico globale è ancora fortemente vulnerabile. «Tutte le principali economie avanzate mostrano una crescita debole o si trovano in una fase recessiva, mentre le economie emergenti cominciano amanifestare preoccupanti segni di rallentamento ». Nonostante il moderato allentamento delle tensioni sul fronte della crisi del debito sovrano in Europa, le incertezze sull’evoluzione della situazione finanziaria della Grecia e le difficoltà del governo spagnolo sono ancora fonte di apprensione. Le stesse manovre di contenimento della spesa pubblica, intraprese in Europa, perVegas stanno avendo ripercussioni negative sull’economia, in alcuni casi amplificando la congiuntura e rischiando di compromettere, quantomenonel breve, gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici. In questo contesto, è preoccupante per Vegas la dimensione dei mercati mobiliari italiani, di quelli azionari in particolare, che mostra un deficit rispetto a tutte le principali economie europee. Proprio questa settimana lo studio di Mediobanca ha dimostrato che la Borsa di Milano è diminuita a livello di capitalizzazione «in modo alquanto preoccupante negli ultimi anni».