di Raffaele Ricciardi

 

Sono stati sette anni di sofferenza per le banche italiane, a giudicare dall’andamento dei crediti dubbi messo in evidenza dall’edizione 2011 del rapporto Le principali società italiane dell’ufficio studi Mediobanca.

 

L’incidenza di sofferenze, incagli e crediti ristrutturati o scaduti sul totale dei prestiti alla clientela, infatti, è passata dal 4,4% del 2003 al 6,4% dello scorso anno, ben lontano dall’anno d’oro 2007, quando il rapporto era al 2,9%. In termini assoluti i crediti dubbi sono passati da 46,8 miliardi nel 2003 a 127,1 nel 2010, con una crescita del 172% (in media il 15,3% annuo). Bisogna però sottolineare che nel complesso anche gli impieghi nei confronti della clientela delle 570 banche prese in esame hanno tracciato un andamento di crescita sostenuta, sfiorando il raddoppio. Se nel 2003 si superavano a stento mille miliardi, nel 2010 si è superata quota 2 mila, con una crescita dell’87,8% rispetto a inizio periodo. Una dinamica positiva si è vista anche sul fronte della solvibilità: il coefficiente Tier 1 di fine 2010 era al 9,2%, dall’8,1% del 2003. Per quanto concerne invece la redditività, il roe medio del sistema bancario italiano è risultato a fine 2010 del 3,5%, in miglioramento dal 2,8% del 2009, ma molto lontano dal 9,3% del 2007 (si veda la tabella).

Detto del settore bancario, gli analisti di Piazzetta Cuccia hanno messo sotto la lente anche le dinamiche dell’ultimo esercizio per quanto riguarda il comparto industriale. Sul versante dei ricavi il rapporto Mediobanca parla significativamente di una rivincita dei petroliferi: Eni ha consolidato la propria leadership grazie alla ripresa del prezzo del greggio (+29% nel 2010 in dollari) e incrementato il fatturato a un soffio dai 100 miliardi. Si è scavato così un margine consistente con Enel, secondo classificato, che comunque ha segnato un aumento del 15% del giro d’affari grazie al definitivo consolidamento di Endesa. Spicca, per quanto riguarda gli utili, il quinto posto diTerna a 614 milioni. Sempre nel comparto energetico, un dato significativo ha fotografato il boom delle rinnovabili: tra le 24 imprese che l’ufficio studi ha evidenziato come maggiormente dinamiche per crescita di margini e fatturato, ben nove sono legate alla filiera dell’energia verde. Un cambio al vertice della graduatoria, rispetto al 2009, si è visto nel settore alimentare, in cui Parmalat ha sopravanzato Barilla con 4,3 miliardi di fatturato. Nel settore dell’editoria, invece, Rcs (di cui Mediobanca è azionista) ha consolidato il primato, con una crescita del 2,2% dei ricavi. (riproduzione riservata)