Ricapitalizzare le banche europee, «fissando, temporaneamente, un coefficiente patrimoniale molto più alto, che comprenda fondi propri dalla qualità più elevata, dopo aver messo in conto l’esposizione» ai rischi dei debiti sovrani; e nel frattempo, durante la fase di ricapitalizzazione, bloccare i pagamenti di dividendi agli azionisti e di bonus ai dirigenti. È la proposta della Commissione europea, presentata ieri all’Europarlamento dal presidente dell’esecutivo comunitario, José Manuel Barroso.

Secondo quest’ultimo, bisogna «spezzare il circolo vizioso alimentato dai dubbi sulla sostenibilità del debito sovrano, sulla stabilità del sistema bancario e sulle prospettive di crescita dell’Ue». Il rafforzamento delle banche dovrà essere conseguito attraverso «un approccio pienamente coordinato», basato su «un riesame da parte delle autorità di sorveglianza» per verificare la solidità degli istituti di credito attraverso «la fissazione provvisoria di un coefficiente patrimoniale molto più elevato», per valutare l’esposizione al rischio nella crisi attuale.

«Per ricapitalizzare», ha detto il presidente della Commissione, «le banche dovrebbero prima ricorrere ai finanziamenti privati, con un sostegno dei governi nazionali se fosse necessario. Se questo sostegno nazionale non fosse disponibile, la ricapitalizzazione dovrebbe essere finanziata attraverso i prestiti dell’Efsf», il fondo salva stati. «Durante la fase di ricapitalizzazione», ha specificato Barroso, «a queste banche le autorità nazionali di supervisione dovrebbero proibire di versare dividendi o bonus». Barroso non ha precisato quale dovrebbe essere, secondo la Commissione, il coefficiente patrimoniale «molto più alto», che verrebbe imposto temporaneamente alle banche europee. Gli ultimi stress test per le banche, conclusi in luglio, consideravano a rischio le banche con coefficiente patrimoniale inferiore al 5%, ma non tenevano conto dell’esposizione ai rischi del debito sovrano di paesi come la Grecia, e non avevano previsto, ad esempio, il collasso della banca franco-belga Dexia. Una decisione su questo punto, come sugli altri parametri della ricapitalizzazione (che sarà coordinata a livello Ue, ma gestita dagli stati membri), sarà presa con tutta probabilità durante il consiglio europeo del 23 e 24 ottobre.

Quanto al fondo salva-stati, Barroso ha chiesto di «massimizzarne le capacità» e, riferendosi alla bocciatura del parlamento slovacco alle modifiche dello stesso, ha ricordato come un Efsf più forte sia anche nell’interesse di Bratislava. Il presidente della Commissione ha poi chiesto di «rendere operativi» gli accordi del 21 luglio, affermando che sarebbe preferibile anticipare l’introduzione dell’Esm alla seconda metà del 2012. Serve infine, secondo Barroso, «una rapida attuazione della tassa sulle transazioni finanziarie» e, per ritrovare la fiducia dei mercati, l’Europa «deve risolvere la crisi del debito», visto che «i rischi di contagio non sono stati contenuti» finora.