Le detrazioni fiscali sui premi non hanno subito modifiche 

 di Vincenzo Cirasola* * presidente provinciale Sna di Bologna 

Il 14 settembre 2011 è stato convertito nella legge n. 148/2011 il decreto relativo alla «Manovra d’Agosto» nota anche come «manovra bis» che interviene, tra l’altro, sulla disciplina fiscale delle rendite finanziarie ed entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012.

Notti insonni agostane lasciavano spazio alla lecita preoccupazione di un intervento che poco avrebbe fatto per le casse dello Stato favorendo, al contrario, una massiccia e inarrestabile fuga dal Vita, già in calo, nel primo semestre del 2011 di circa del 22% rispetto allo scorso anno, con le conseguenze che possiamo tutti immaginarci.

Il nostro sindacato, lo stesso 12 agosto, appena è stato allertato della volontà del governo, ha scritto al primo ministro e ad altri politici a noi vicini, per esprimere forte preoccupazione circa gli imminenti provvedimenti governativi, riguardanti l’armonizzazione di tutte le rendite finanziarie, e per chiedere di escludere dal provvedimento il comparto delle polizze vita, trattandosi di forme di previdenza e risparmio ad alto valore sociale che, se opportunamente incentivate, possono contribuire a sollevare le sorti della nostra economia.

Questo intervento dello Sna, unitamente a quello dell’Unapass, e ovviamente, alle autorevoli azioni attuate da talune compagnie, le più attente e più interessate, hanno tutti insieme concorso, in proporzione alle proprie capacità e potenzialità di lobbying, a sottrarre dalla morsa della manovra i proventi delle polizze vita. Non abbiamo letto, invece, alcuna nota o intervento da parte dell’Ania. Forse ci sarà sfuggito a causa del caldo di agosto.

Da una lettura della legge, infatti, possiamo affermare che le competenti commissioni parlamentari hanno recepito alcuni essenziali emendamenti segnalati dagli «assicuratori» che hanno fatto sì che le polizze vita (individuali e collettive, gestioni separate e unit linked), manterranno sempre significativi vantaggi rispetto ad altri strumenti di risparmio e/o investimento.

In questo modo potremmo asserire che, anche grazie al contributo degli agenti di assicurazione, è stato evitato un grave freno al ramo Vita, che certamente si sarebbe ripercosso negativamente sulla redditività, non solo delle Compagnie, ma anche degli intermediari assicurativi. Restano, comunque, i gravi problemi che attanagliano la nostra categoria, che preferiamo non trattare in questa sede, che ha come unico obiettivo quello di informare il consumatore sulle novità legislative.

Entrando nel cuore della manovra e soffermandoci, per quanto qui d’interesse, sulle rendite finanziare e sulla convenienza o meno di un riscatto ante 2012, ecco il quadro che andrà a delinearsi con effetto 1° gennaio 2012.

Le attuali aliquote delle imposte sostitutive relative alle rendite finanziarie del 12,5% e del 27% sono unificate al 20%.

L’aumento non scatta invece per i titoli di Stato ed equiparati (Buoni postali fruttiferi, obbligazioni degli enti locali, obbligazioni degli enti sovranazionali riconosciuti con trattati resi esecutivi in Italia) che restano al 12,5%, così come i proventi delle polizze vita.

La manovra esclude comunque:

 

  • la previdenza complementare. In fase di accumulo i rendimenti continueranno a essere tassati all’11%, e le prestazioni al 15% (o aliquota inferiore);

     

  • i piani di risparmio a lungo termine appositamente costituiti. Il decreto deve chiarire quali siano le caratteristiche di questi piani, che saranno ancora tassati al 12,5%;

     

  • le polizze pagate a persone giuridiche che continuano a non essere assoggettate a ritenuta, fatta eccezione per i contratti ante 2001 (vecchia fiscalità) per i quali sarà applicata la nuova aliquota, in luogo del 12,5%.

    Gli assicurati beneficeranno indirettamente della minore tassazione dei titoli di stato, in quanto la nuova aliquota che al massimo potrà essere del 20%, sarà ridotta in funzione della componente del rendimento derivante da titoli di stato ed equivalenti, per i quali, di fatto, sarà mantenuta l’aliquota del 12,5%.

    Le modalità di determinazione della nuova aliquota in termini di riduzione della base imponibile saranno comunicate in seguito all’emanazione del decreto attuativo.

    Le detrazioni sui premi non hanno subito alcuna modifica.

    E alla domanda se il riscatto possa convenire o meno al cliente la risposta è una sola: non conviene.

    Le motivazioni semplici e lineari:

     

  • il decreto attuativo potrebbe ulteriormente agevolare le polizze in essere al 31 dicembre 2011;

     

  • le polizze in essere al 1° gennaio 2012 avranno un regime di doppia fiscalità, in quanto i rendimenti maturati fino al 31 dicembre 2011 continuano ad avere un’aliquota del 12,5% (persone fisiche), mentre ai rendimenti maturati successivamente sarà applicata la nuova aliquota;

     

  • riscattando e reinvestendo si dovrebbe pagare la tassazione sui rendimenti finora maturati, anziché a scadenza. Quindi riscattare in anticipo non comporta alcun beneficio per la clientela.

     

  • è essenziale ricordare che le polizze vita ai fini previdenziali e di risparmio continuano a conservare i benefici civilistici dell’impignorabilità e insequestrabilità.

    Opportuno a questo punto è renderci artefici di una comunicazione semplice e trasparente verso tutti gli assicurati, di oggi, e di domani, circa gli effetti di una manovra che spolverata da una lieve allure di buonsenso lascia indenne il vita.

    Spontanea è la richiesta ai nostri sindacati di categoria, all’Isvap e alla stessa Ania, affinché svolgano, di concerto, con le associazioni dei consumatori, una comune e costante pressione sulle istituzioni parlamentari per fare in modo che il decreto attuativo, di prossima stesura, incentivi il risparmio assicurativo e contestualmente si adoperino per una profonda azione di «proselitismo informativo», senza dimenticare che l’informazione non è ciò che è stato comunicato, bensì ciò che ha buona probabilità di raggiungere la destinazione. In sostanza, come in tutte le azioni, è la percezione quello che conta, non l’erogazione.