Dopo i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) arrivano i Civets. Un acronimo creato dagli analisti che sta per Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia e Sudafrica, i sei paesi considerati come la prossima generazione di emergenti che potrebbe insidiare la leadership dell’Occidente nel medio periodo. Si tratta di realtà che presentano alcune divergenze ma anche tanti punti in comune, come il fatto di poter contare su una popolazione numerosa, visto che insieme raggiungono i 600 milioni di abitanti, giovane (l’età media è di 27 anni) e in crescita. Punti critici sono invece i problemi di corporate governance, la scarsa trasparenza e l’instabilità politica. Comunque si tratta di realtà che hanno compiuto notevoli passi in avanti negli ultimi anni restando molto promettenti. In Colombia il debito sovrano è considerato a basso rischio di default, mentre gli investimenti stranieri sono arrivati a 6,8 miliardi di dollari, provenienti in gran parte dagli Stati Uniti. L’Indonesia, invece, è il paese con il tasso di crescita più sostenuto e occupa il 46esimo posto nell’indice della competitività globale. Diverso il caso dell’Egitto, dove l’economia ha grandi potenzialità, ma vive un momento di stallo dovuto ai recenti disordini. Grandi promesse, infine, restano anche la Turchia, che presenta al momento l’economia più florida tra tutti i Civets e il Sudafrica, diventato il più importante partner commerciale della Cina.