Le banche italiane guidano la riscossa di Piazza Affari. Milano, infatti, è stato ieri tra i migliori listini europei, con il Ftse Mib che ha riconquistato la soglia dei 16mila punti, un livello visto l’ultima volta il 5 agosto con la bufera che travolse i titoli di Stato italiani e il mercato azionario. Spinta dai titoli bancari, la Borsa – al galoppo dietro a Wall Street – ha fatto registrare un balzo del 3,67%, a 16.098 punti, portando così l’incremento delle ultime 4 sedute oltre il 13 per cento. La settimana si è aperta quindi all’insegna degli acquisti. Il salvataggio di Dexia (fortemente esposta al debito greco e italiano) deciso dal Belgio e l’accordo tra il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, per ricapitalizzare le banche e dare risposte concrete alla crisi europea entro il 3 novembre hanno innescato una ventata di ottimismo su tutti i listini internazionali, con Milano però protagonista della migliore performance. A Piazza Affari, infatti, si iniziano a intensificare i segnali di ripresa, legati anche ai dati positivi derivanti dalla produzione industriale (vedere articolo a fianco). Ma anche dalla presa d’atto che il sistema bancario italiano è uno dei più solidi del Vecchio Continente. A dissipare ogni dubbio è stato ieri il sottosegretario all’Economia e alle finanze, Luigi Casero, che in un convegno ha detto: «Il sistema bancario italiano è ancora uno dei più solidi in Europa, malgrado quello che dicano gli analisti. È un sistema che regge per merito sia dei banchieri sia per il controllo che esercita Bankitalia». Quanto al downgrade di Moosy’s, Casero ha detto chiaramente che «non esiste un rischio default per l’Italia». Una rassicurazione che è piaciuta al mercato, che ha premiato soprattutto i titoli bancari. A iniziare da Unicredit che, con un rialzo del 12.21%, è tornata ai livelli della prima metà di agosto, riavvicinandosi a quota 1 euro per azione (0,96 euro sul finale). Si sono inoltre impennati i titoli di Intesa Sanpaolo (+5,7%), e del Banco Popolare (+3,7%), mentre Bper ha guadagnato solamente l’1,19% e Bpm l’1,15 per cento. L’ultima tra i grandi istituti è stata Mps che ha arrestato l’incremento allo 0,70 per cento. A Milano, quindi, il mercato ha snobbato la decisione di Fitch, che venerdì scorso, in tarda serata, ha abbassato il giudizio sull’Italia e sulla Spagna. E proprio in merito alle agenzie di rating, ieri il dg dell’Abi, Roberto Sabatini ha detto che si dovrebbero valutare delle soluzioni alternative ai giudizi delle agenzie di valutazione che spesso vanificano gli sforzi della Bce a sostegno debiti sovrani. Anche Sabatini, come Casero, è tornato poi a difendere gli istituti di credito italiani. Quello delle banche italiane «è un sistema solido, stabile e affidabile», ha confermato il direttore generale dell’Abi, aggiungendo che «il rapporto tra banche e imprese (in Italia) è costruttivo, sta dando frutti e ha permesso al sistema di reggere meglio di altri». Sabatini ha però osservato che «è necessario continuare a migliorare il dialogo tra banche e imprese per contrastare la crisi, a fronte di uno spread tra bund e i titoli italiani tra 350 e 400 punti base. Una situazione che, se dovesse proseguire – ha aggiunto – creerebbe problemi ugualmente per le banche e le imprese». Soffermandosi poi sul nuovo quadro di Basilea 3 (che richiede alle banche di aumentare la quantità e la qualità del capitale in modo sostanziale a partire dal 2013 oltre ad altre misure sulla liquidità e sulla leva finanziaria che entreranno in vigore con tempi più lunghi) Sabatini ha risposto: «Alla luce delle recenti vicende che hanno interessato una banca belga/francese (Dexia, ndr), mi permetto di osservare che sarebbe stato opportuno partire prima con le misure su liquidità e leva e poi con quelle sul capitale».