Sono pochissime le famiglie che riescono a migliorare il proprio reddito, mentre sono sempre meno quelle che riescono a risparmiare. Colpa della crisi, che è ritenuta grave per l’86% degli italiani, (erano l’83% l’anno scorso e il 78% nel 2009). L’immagine è emersa dalla tradizionale indagine Acri-Ipsos condotta per la «Giornata mondiale del risparmio», secondo cui sono poco più di un terzo le famiglie che nel 2011 sono riuscite effettivament a mettere da parte qualcosa: il 35% contro il 36% del 2010. In pratica, una famiglia su 3 è in rosso. Chi è riuscito a risparmiare si trova soprattutto al Nord (43%) dove le percentuali non si discostano molto da quelle del 2010, mentre al Sud la situazione è sempre più grave. Nel Mezzogiorno, infatti, la percentuale è crollata al 25%, 5 punti in meno rispetto allo scorso anno, mentre le famiglie in saldo negativo di risparmio e che per «tirare avanti» hanno dovuto decumulare i risparmi passati o ricorrere a prestiti sono il 40%, contro un dato nazionale del 29%, comunque in crescita rispetto al 27% del 2010. In generale, sei italiani su 10 hanno la sensazione di aver ridotto negli ultimi anni le riserve di risparmio accumulate nel corso della propria vita. La percezione che risulta dall’idagine dell’Acri è che il peggio non sia passato, che la crisi sarà ancora molto lunga e che ci sia un «clima di scoramento» e il timore per il futuro. Sono infatti il 42%, contro il 36%, dell’anno scorso gli italiani che temono di non riuscire a risparmiare nel 2012 come in passato, mentre chi spera di risparmiare di più è solo il 13% degli intervistati, e rappresenta il dato più basso mai registrato dall’indagine. Inoltre, l’uscita dal tunnel appare sempre più lontana: tre italiani su 4 si attendono che la crisi duri almeno altri tre anni.