Fra conferme e smentite si sta concretizzando un ulteriore rafforzamento del fondo europeo salva-Stati europeo, l’European Financial Stability Facility (Efsf). Martedì sera il Guardian aveva scritto, facendo riferimento a fonti diplomatiche, che Germania e Francia hanno trovato un accordo per portare la potenza di fuoco del fondo a 2.000 miliardi di euro facendo ricorso alla leva e per imporre la ricapitalizzazione delle banche fino al raggiungimento di un Core Tier del 9%.
Ieri il Financial Times Deutschland ha riportato che il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, avrebbe intenzione di portare a mille miliardi di euro la capacità del fondo e a tal fine avrebbe già prospettato la novità in una riunione di deputati della coalizione di governo. Secondo il quotidiano tedesco l’aumento previsto dovrebbe assumere la forma di un’assicurazione per i bond dei Paesi dell’euro in difficoltà, in modo da garantire gli investimenti dei creditori privati e consentire di raccogliere in tal modo maggiori capitali.
Lo stesso Schaeuble avrebbe però sottolineato che non dovrebbe crescere la garanzia di 211 miliardi di euro che la Germania si è già impegnata a fornire per il fondo salva-Stati. Con la soluzione escogitata da Schaeuble, la nuova assicurazione coprirebbe le perdite causate ai titoli di Stato da un eventuale default del Paese che li ha emessi. In caso dunque di bancarotta di un Paese dell’euro, il fondo Efsf rimborserebbe gli investitori per la parte del debito che non potrebbe venire restituito.
Ufficialmente il portavoce di Schaeuble, Martin Kotthaus, ha solo detto che «non è in discussione l’innalzamento oltre i 440 miliardi di euro, è così». Kotthaus ha poi definito «produttivi e positivi» i colloqui in vista del consiglio europeo di domenica e ha detto di aspettarsi una soluzione nei prossimi giorni. Ha anche spiegato che Schauble non ha fatto cenno ad alcuna cifra specifica per un potenziamento attraverso la leva finanziaria dell’Efsf ma non ha escluso possa aver fatto in merito delle ipotesi nel corso di un vertice di partito a Berlino ieri.
I leader della zona euro si incontreranno domenica a Bruxelles per discutere la situazione della Grecia e dovrebbero concordare una qualche forma di leva per l’Efsf per meglio affrontare la crisi del debito sovrano. 
Il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, ha detto: «Stiamo facendo di tutto e stiamo lavorando perché ci sia una decisione politica, perché il vertice sia un successo». «Il rafforzamento potrà servire eventualmente anche a far fronte a situazioni che per ora non stiamo affrontando – ha aggiunto Barroso – altri Paesi potrebbero beneficiare dell’Efsf, se sarà necessario. Per ora non posso anticipare niente, solo che stiamo lavorando per riuscire a dare dopo il vertice di domenica, risposte chiare sull’Europa e quindi anche sulla Spagna».
A Barroso ha poi fatto eco il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn: «Stiamo ancora lavorando, ma sono fiducioso che avremo risultati all’Eurogruppo ed al Consiglio europeo».
Per il portavoce del governo francese, Valerie Pecresse, domenica 23 ottobre «sarà un momento cruciale per l’Europa e la Francia». «Il nuovo contesto dopo l’estate richiede un maggiore sforzo pubblico e privato per assicurare la sostenibilità del debito greco», ha aggiunto, senza però entrare ulteriormente nel dettaglio, in un momento in cui si discute su un aumento dell’haircut sul debito sovrano ellenico detenuto dagli obbligazionisti privati rispetto a quello del 21% trovato a luglio.