di Carla De Lellis  

Stop a ogni discriminazione sulle pensioni integrative. I fondi pensioni devono garantire parità tra donne e uomini in materia di accesso, contribuzione e prestazioni. Lo stabilisce la deliberazione 21 settembre della Covip, pubblicata sulla G.U. n. 227/2011.

La deliberazione, in vigore da ieri, stabilisce innanzitutto il divieto di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta, tra uomini e donne, per quanto riguarda il campo di applicazione dei fondi pensione, le relative condizioni di accesso, l’obbligo di versare i contributi e il calcolo degli stessi. Ciò significa, in particolare, che non possono essere previste, e se previste vanno rimosse, norme o atti o criteri o comportamenti riguardanti l’area dei soggetti che possono aderire ai fondi pensione che siano tali da produrre un effetto pregiudizievole per taluni lavoratori in ragione del sesso oppure che potrebbero mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto ai lavoratori dell’altro sesso.

Il divieto di discriminazione, inoltre, è esteso anche al calcolo e alle condizioni sulla durata e sul mantenimento del diritto alle prestazioni con riferimento ai fondi pensione che erogano direttamente le prestazioni. Tali fondi pensione, in particolare, devono verificare che gli eventuali trattamenti diversificati siano giustificati sulla base di dati attuariali affidabili, pertinenti e accurati. Ai fini di tale verifica, i fondi sono tenuti a redigere, in allegato al bilancio tecnico, un’apposita relazione in cui devono attestare che l’utilizzo del fattore sesso, determinante nella valutazione dei rischi ai fini del calcolo delle prestazioni differenziate (tra uomini e donne), trova fondamento in dati attuariali affidabili, pertinenti e accurati. La relazione, a cura di un attuario, deve contenere indicazione dettagliata della tipologia e delle fonti dei dati attuariali impiegati nella determinazione di ogni categoria di prestazione, anche accessoria e di reversibilità. Infine, la deliberazione prevede che almeno annualmente la Covip relazioni al comitato nazionale per l’attuazione della parità sui dati relativi all’utilizzo del sesso quale fattore attuariale determinante per il calcolo differenziale delle pensioni integrative, tra uomini e donne.