di Stefania Peveraro

 

Conclusione positiva per l’asta sui Bot di ieri, con i titoli a un anno che hanno visto scendere in maniera significativa i rendimenti rispetto a quella precedente di metà settembre, pur a fronte di una buona domanda. Un risultato non sorprendente, considerando che la situazione sui mercati obbligazionari dei Paesi periferici dell’area euro si è sensibilmente normalizzata rispetto a un mese fa, quando lo spread di rendimento tra Btp e Bund a dieci anni aveva superato più volte i 400 punti base pur senza a toccare le vette del 6,3% segnate dai rendimenti a inizio agosto, il momento più nero della crisi del debito sovrano.

La domanda sui 7 miliardi di euro di Bot a 12 mesi è stata di 1,88 volte l’offerta, con un rapporto di copertura in chiaro rialzo dalle 1,56 volte dell’asta precedente.

Sempre ieri, inoltre, il Tesoro italiano ha collocato anche 2,5 miliardi di euro di Bot flessibili a 74 giorni a un rendimento medio dell’1,735%, con rapporto di copertura tra domanda e offerta di 3,05 volte. Il tutto con lo spread di rendimento con il Bund a dieci anni che ieri si collocava poco sopra i 350 punti base.

Nonostante l’esito positivo, la crisi non può dirsi certo del tutto archiviata. Non a caso lo spread con il Bund a cinque anni era infatti ancora a oltre 385 punti base. Un rendimento del 3,57% a un anno, come quello spuntato ieri per i Bot, pur in calo dal 4,153% dell’asta di settembre non è infatti un livello ottimale, se si pensa che il Bund non rende così tanto nemmeno a 30 anni: ieri sul mercato secondario il governativo tedesco a quella scadenza offriva infatti solo poco meno del 2,82% contro il 6,53% del Btp.

Sempre ieri, inoltre, i bond della Norvegia in corone norvegesi con scadenza maggio 2019 sono stati collocati in asta a un rendimento del 2,52%, mentre i titoli olandesi a ottobre 2017 sono stati prezzati con un rendimento dell’1,777%. La Svizzera ha collocato addirittura titoli a scadenza aprile 2012 a un rendimento negativo dello 0,251%. Per contro, la Grecia ha pagato in asta per titoli ad aprile 2012 un rendimento medio del 4,86%, che si confronta con il 2,59% pagato ieri sul secondario dai nostri titoli governativi a sei mesi. Infine, sempre ieri, l’Ungheria ha collocato in asta titoli in fiorini a scadenza gennaio 2012 con un rendimento del 6,03%.

L’attenzione dei trader è ora concentrata sulle aste di Btp a medio-lungo termine in calendario giovedì per un importo compreso tra i 4 e i 6,5 miliardi di euro. (riproduzione riservata)