di Stefania Peveraro

 

I private equity italiani hanno ancora 7,8 miliardi di euro da investire e quindi poco importa che i fondi tra gennaio e giugno abbiano raccolto solo 384 milioni di nuovi impegni dagli investitori (-19% dal primo semestre 2010). Insomma, i fondi hanno ancora parecchi soldi da spendere, denaro che oggi farebbe comodo a governo, enti locali e banche. Lo ha detto ieri il presidente dell’Aifi, Giampio Bracchi, presentando i dati semestrali dell’attività dei fondi in Italia, in collaborazione con PricewaterhouseCoopers. «Finora le banche italiane hanno chiesto al mercato circa 10 miliardi di euro in aumenti di capitale e si calcola che ci sia necessità di ulteriori iniezioni di liquidità almeno per tre volte tanto. Chi ci metterà questi soldi? I fondi potrebbero essere una soluzione. Allo stesso modo i fondi potrebbero comprare le attività non strategiche delle banche», ha detto Bracchi, aggiungendo che «con l’attuale situazione della finanza pubblica c’è da attendersi una nuova tornata di privatizzazioni non solo da parte del governo centrale, ma anche da parte degli enti locali, con i private equity che potrebbero essere un ottimo interlocutore». Tra gennaio e giugno i fondi hanno investito 1,5 miliardi (+176% dal

primo semestre 2010) in 159 operazioni e hanno disinvestito 2,3 miliardi. (riproduzione riservata)