Le polizze assicurative per la responsabilità contro terzi costano sempre di più e l’Antitrust potrebbe aprire un’istruttoria per verificare se le imprese stiano ostacolando la diffusione degli agenti plurimandatari, che non hanno legami in esclusiva con le singole compagnie. Questo l’atto di accusa lanciato ieri alle compagnie dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, che ha presentato un’indagine conoscitiva in commissione Industria al Senato. I premi Rc auto nel 2010 sono aumentati fino al 25% e per le moto hanno raggiunto anche picchi del 35 per cento. Tra il 2009 e il 2010, gli aumenti risultano particolarmente significativi per alcune tipologie di assicurato. Per fare qualche esempio, un quarantenne nel Nord Italia con un’auto di media cilindrata, per il quale il premio è aumentato di oltre il 20 per cento. Un sessantacinquenne nel Sud con una macchina di cilindrata medio/piccola per il quale il premio è aumentato del 15-20%, mentre un diciottenne nelle Isole con un ciclomotore ha subìto un rincaro del per cento. Sempre secondo quanto affermato dal presidente dell’Antitrust, gli indici di dispersione della spesa per la Rca mostrano chiaramente, «da un lato, la possibilità anche per imprese con una non rilevante quota di mercato, di esigere prezzi molto elevati e, dall’altro, che la maggior parte degli utenti non è in grado di selezionare l’offerta più vantaggiosa». Il confronto internazionale è come sempre impietoso. In Italia i premi per l’Rca sono cresciuti a tassi molto superiori rispetto alla media Ue, l’aumento medio nell’ultimo quinquennio dei premi per l’assicurazione dei mezzi di trasporto è stato quasi il doppio di quello registrato nella zona euro. Per questo, l’Antitrust sta valutando se esistono i margini per aprire un’istruttoria per capire se le compagnie assicurative stanno ostacolando la diffusione degli agenti plurimandatari, che è ancora «scarsa». «Secondo alcune stime di operatori del settore – ha spiegato Catricalà – a fronte del 7,8% di agenti plurimandatari nel 2007, si sarebbe passati al 13,4% nel 2008 e al 17,6% nel 2009». Inoltre risulterebbe che il plurimandatario «non si sarebbe diffuso tra le compagnie di maggiori dimensioni, le quali continuerebbero a operare con reti di agenti di fatto monomandatari e a non concedere mandati ad agenti plurimandatari». Ci sono, secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, «evidenti comportamenti ostativi alle riforme, alcune azioni giudiziarie intentate da alcune compagnie nei confronti di agenti e dirette a impedire l’offerta ai propri clienti di prodotti di imprese concorrenti». Si tratta di un quadro di «prime evidenze molto articolato» che, spiega Catricalà, l’Authority «sta attentamente valutando anche la fine di verificare se vi siano margini per interventi istruttori». In ogni caso, «testimonia inequivocabilmente della deliberata volontà delle imprese assicurative di ostacolare un canale distributivo, che potrebbe costituire un efficace volano di concorrenza tra le imprese stesse, con evidenti vantaggi per gli utenti finali».
Se crescono i premi, salgono anche i costi dei sinistri. Nel periodo di operatività del risarcimento diretto nella Rc auto il costo medio ha avuto un aumento del 27% nel periodo 2008-2010. L’aumento del costo medio nel Sud è stato di quasi il 70% superiore a quello nel Nord. Sulle frodi i dati mostrano che il numero di quelle accertate resta contenuto. Per avere un confronto, nel Regno Unito e in Francia si riesce ad accertare rispettivamente il quadruplo e il doppio dei casi di frode.