Se finora erano state le tre principali banche francesi, Bnp Paribas, Credit Agricole e Société Generale, le protagoniste in negativo della cronaca finanziaria transalpina, oggi tocca a Dexia finire nell’occhio del ciclone a causa della sua esposizione ai titoli di Stato della Grecia.

La banca franco-belga, particolarmente esposta al Paese ellenico, ha subito un duro colpo in apertura delle contrattazioni registrando un crollo del 12% a causa della decisione di Moody’s di porre il rating delle principali società operative in revisione per un possibile declassamento. “La possibile revisione al ribasso dei rating di Dexia è motivata dai timori di Moody’s su un ulteriore deterioramento della liquidità del gruppo alla luce del peggioramento delle condizioni di accesso al mercato dei finanziamenti”, hanno spiegato gli analisti.

L’annuncio dell’agenzia di rating è arrivato in un giorno che potrebbe concludersi delineando un nuovo futuro per la banca franco-belga, già salvata nel 2008 da un pacchetto di aiuti da 6 mld euro concesso da Belgio e Francia. Secondo indiscrezioni del quotidiano “Les Echos” della scorsa settimana, il ministro delle Finanze francese e quello belga si incontreranno per parlare del futuro della banca e in particolare di una grande operazione che potrebbe portare alla nascita di un nuovo colosso bancario. Negli ultimi giorni sono infatti circolate voci su un piano di integrazione con Banque Postale e Caisse des Depots (Cdc), che permetterebbe a Dexia di rafforzarsi finanziariamente e di rispondere anche ai bisogni delle amministrazioni locali, in difficoltà nel trovare istituti di credito disposti a finanziare progetti infrastrutturali. L’incontro interministeriale servira’ ai ministri per fugare i dubbi di Cdc e Banque Postale sulla possibile integrazione.

Nei giorni scorsi, il ministro delle Finanze belga Didier Reynders ha espresso la propria fiducia sulla capacità della banca di procedere con il programma di dismissioni di asset da 20 mld euro, ma allo stesso tempo ha invitato Francia e Belgio a essere pronte a intervenire nel caso nascessero nuovi problemi. Reynerds ha quindi escluso lo spezzatino dell’istituto, ma ha sottolineato come i due Paesi stiano valutando la situazione dell’istituto e “le opzioni migliori per fornire un aiuto” e quindi proteggere soprattutto i risparmiatori.