In occasione dell’approvazione dei conti del 2011 i gruppi sono chiamati a redigere un’apposita relazione sulle remunerazioni 

di Andrea Montanari

Manager che guadagnano fior di milioni anche quando le aziende gestite non presentano conti brillanti. Amministratori e dirigenti che lasciano le società e incassano compensi da capogiro. Piccoli azionisti che spesso in assemblea chiedono lumi sugli assegni staccati dai gruppi quotati a Piazza Affari senza ottenere risposte chiare e precise.

Adesso la Consob dice basta. Parte la crociata della Commissione di vigilanza sulle remunerazioni aziendali. Il presidente Vegas esige più chiarezza e trasparenza sui compensi che compaiono nei bilanci e soprattutto sulle politiche con cui i gruppi industriali quotati pagano i vertici. Così, con l’approvazione dei documenti contabili relativi al 2011 e quindi in occasione della tornata assembleare della prossima primavera, tutte le società presenti sul listino milanese dovranno elaborare un’apposita relazione sulle remunerazioni. Si tratta di un documento in cui verranno sintetizzate tutte le informazioni che servono a capire quanto e come viene retribuito il top management di un’azienda. A stabilirlo, come detto, è stata la Commissione di vigilanza, che ieri ha avviato la consultazione con il mercato sulle modifiche alle norme del regolamento emittenti in tema di remunerazioni, dopo che nel dicembre del 2010 il decreto legislativo 259 aveva introdotto, su input della Ue, il nuovo articolo 123-ter del Testo unico della Finanza che obbliga le società quotate a mettere a disposizione, almeno tre settimane prima dell’assemblea di bilancio, la medesima relazione sulle remunerazioni. Le società coinvolte avranno tempo fino all’11 novembre per far pervenire alla Consob le osservazioni di merito. Dopodiché, prima della fine dell’anno, gli uomini di Vegas Consob vareranno le specifiche modifiche sulla materia, giusto in tempo per l’appuntamento primaverile con le assemblee di tutte le quotate.

 

Il documento da redigere è composto da due parti: la prima dedicata a illustrare le politiche di remunerazione (obbligo attualmente previsto solo per banche e assicurazioni), la seconda ad alzare il velo sui compensi. Se la prima parte servirà a capire le logiche con cui vengono pagati i manager, la seconda indicherà in modo articolato la retribuzione percepita: dalla parte fissa del compenso a quella variabile, dai gettoni incassati per gli incarichi assunti in società controllate e collegate ai compensi da partecipazioni a comitati, senza trascurare le stock option e gli altri sistemi di incentivazione economica. Inoltre dovranno essere indicati i criteri per determinare indennità e buonuscite. In termini di trasparenza, la Consob ha fissato in sei (i tre manager più pagati in denaro e i tre più pagati con strumenti finanziari) il numero massimo dirigenti con responsabilità strategiche di cui andrà rivelato il compenso. (riproduzione riservata)