di Simona D’Alessio  

Contributi più salati per gli infermieri liberi professionisti. Che in cambio, però, potranno sfruttare un meccanismo virtuoso (possibile grazie alla legge 133/2011) che promette pensioni più laute rispetto a quelle calcolate oggi con il metodo contributivo. Fresca di approvazione dal consiglio di indirizzo generale, la riforma della cassa di previdenza degli infermieri (Enpapi) sarà trasmessa «a metà ottobre ai ministeri vigilanti», dichiara a ItaliaOggi il presidente Mario Schiavon, che attende un parere positivo a breve, «affinché le misure, finalizzate al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni, entrino in vigore dal 1° gennaio 2012». L’ente ha giudicato «opportuno» intervenire sulla contribuzione integrativa, fissandola al 4% in modo che il versamento, calcolato sul volume d’affari conseguito, vada per il 2% all’incremento del montante e per il 2% al fondo per spese di gestione e solidarietà. «Abbiamo fatto una valutazione sul tasso di sostituzione (il rapporto fra la prima pensione e l’ultimo stipendio, ndr), perché chi lavora per un’intera vita porti a casa oltre il 60%», continua, rassicurato dall’esito degli studi tecnici, secondo cui con l’applicazione del regime ideato si andrebbe dall’attuale 27% a un futuro 62%. Ineludibile un ritocco al contributo soggettivo, da compiere attraverso un innalzamento progressivo, in cinque anni, dell’aliquota dal 10% fino al 16% del reddito netto; l’incremento percentuale sarà di due punti per il primo anno e di uno per i successivi, con la possibilità di procedere a un «riscatto» facoltativo, per adeguare alla nuova regolamentazione gli anni versati. Inoltre, la contribuzione minima soggettiva salirà, in cinque anni, a 1.600 euro, mentre la minima integrativa rimarrà invariata (a 150 euro): estesi i coefficienti di trasformazione fino all’età di 80 anni, prevedendo che il trattamento decorra dalla data della domanda, e gli over65 che andranno in pensione beneficeranno di un assegno più vantaggioso. Schiavon annuncia anche una nuova classificazione della popolazione assicurata che servirà ad «evitare equivoci, poiché questa parte dell’articolato è stata scritta per svincolare altre modifiche che potrebbero esser inserite». E, alla domanda sulla volontà dell’Enpapi di inserire negli elenchi altre categorie, il presidente risponde: la condizione vincolante è «figurare in un albo. Se lo creeranno, valuteremo».