In Libia, così come in Tunisia si parla di già di un ritorno alla sharia. Non solo, la primavera araba che dal Marocco è arrivata fino allo Yemen, ha già portato e, secondo gli esperti continuerà a farlo, massicci flussi migratori in occidente. Con tante conseguenze, ovvio. E un punto base di partenza: nel Maghreb così come nel Vecchio Continente, gli strumenti finanziari ispirati alla legge islamica, acquisteranno sempre più rilevanza. Da un alto infatti i nuovi governi ispirati alla Sharia avranno in mano le leve dei rispettivi Fondi Sovrani, a prova di crisi di grazie ai flussi di petroldollari. Dall’altro, con la crescente immigrazione, prodotti come i migrant banking, welcome banking e soprattutto prodotti specializzati per clientimussulmani saranno sempre più necessari anche in Occidente, Italia compresa. Da qualche tempo l’Abi ha iniziato a studiare il fenomeno così da rendere possibile importare in Italia le tecniche della finanza islamica con un apposito disegno di legge. I cardini attorno a cui ruota il diritto finanziario islamico sono sostanzialmente tre: il divieto di chiedere interessi (riba), considerati una forma di usura; la condivisione dei rischi e dei profitti tra creditore e debitore e, infine, l’obbligo di appoggiare tutte le transazioni finanziarie su di un attivo reale, e ciò in teoria esclude il ricorso a prodotti derivati. Principi che, evidentemente, impongono una rivisitazione dei modelli noti nel nostro diritto interno. Ad esempio, le banche islamiche non al posto che concedere un mutuo riscuotendo in cambio un interesse sul prestito, acquistano la casa per poi affittarla al cliente che si impegnerà a pagare un certo numero di rate oltre che il servizio ottenuto. Un sistema complesso certo ma che può muovere capitali decisamente interessanti: le banche islamiche crescono ad un ritmo del 15% secondo e secondo le stime degli esperti dovrebbero arrivare ad ottenere nel 2015 un giro d’affari di 2.800 miliardi di dolllari. Per non parlare del rapido sviluppo dei Sukuk, le obbligazioni islamiche corrispondono ad una quota su un progetto determinato, in genere progetto immobiliare o infrastrutturale. I profitti corrispondono ai guadagni che tale progetto genera. In Francia e Gran Bretagna hanno già avviato iniziative di riforme. In particolare, in Gran Bretagna hanno debuttato le banche islamiche in un regime ibrido in cui viene applicata la disciplina dell’accesso convenzionale al risparmio a cui si aggiungono strumenti di diritto islamico sul deposito partecipativo senza garanzia.